Pensieri tra spazio e tempo
Sono passati due anni, ma, ahimè, non mi sono ancora fermata. Perlomeno non per scelta. Ora le circostanze, la realtà mi fermano, almeno fisicamente. Fermare la testa, prendersi tempo per coltivare idee e pensieri spetta ancora a me. Non vi scriverò di quanto questa quarantena possa essere un’occasione per riappropriarci del tempo perché mi sembrerebbe un po’ banale.
La realtà è che la gestione del tempo è sempre stata una mia scelta. Non fraintendetemi, continuo a pensare che in certe giornate ventiquattro ore non bastino, ma il tempo, secondo me, non va gestito come quantità, quanto come qualità. In queste giornate ho riscoperto tante mie passioni che hanno dato valore al tempo. Mi sono ritrovata in compagnia della noia, stupenda occasione per scoprire, perché ci smuove alla creatività, ma spesso spazio di limbo fastidioso. Mi sono concessa di annoiarmi, di scoprire, di sperimentarmi, di ritrovarmi. Spero che mi rimanga questa intuizione anche quando la vita quotidiana riprenderà il suo ritmo frenetico.
Mi sono trovata in questi giorni lenti in compagnia della parola “spazio”. Ha assunto di giorno in giorno nuovi significati, dai più positivi ai più claustrofobici. Sono arrivata alla conclusione, non dopo acuti ragionamenti, quanto piuttosto grazie alla compagnia del termine, che “spazio” è luogo di incontro. Incontro tra me e me, incontro (a volte scontro) con la realtà, incontro con le persone care, con i ricordi, con le emozioni, incontro con le paure, con il limite, con la possibilità, con la speranza.
Mi auguro che il mio presente sia ricco di poco tempo, di qualità, cioè tempo che si faccia spazio per me e per incontrare l’altro.