Layla di Massimo Piccolo

I veri fantasmi sono le persone strappate alla morte che hanno, però, già abbandonato la vita. 
Layla. Diciassette anni. E una nuova città in cui ricominciare a vivere. La conosciamo che è appena arrivata a Napoli insieme al padre dopo aver lasciato Firenze e i suoi amici.
Ha perso la mamma. Il padre, Alessandro D'Ambrosio, fa il notaio. E spesso si reca a Benevento per affari. Tutto parte da qui. Layla apre gli occhi sul suo diciassettesimo compleanno. Sembra felice. Non è così.

La sua figurina esile e le sue numerose ansie nascondono molto di più di una semplice timidezza, un disagio profondo addolcito dalle sue zollette di zucchero colorato. All'inizio tutto sembra ricondurre a quel rovino sempre tutto, leitmotiv dell'esistenza della ragazzina, poi gli amici. È un legame forte quello creato con Sara, studentessa diciassettenne, fashion blogger, alle prese con il suo profilo Instagram e l'immancabile competizione con le coetanee; con Gabriel, studente all'ultimo anno, sostenitore incrollabile della verità razionale e scientifica, mente brillante che sul suo blog smaschera credenze e superstizioni popolari; con Pisto, anche lui all'ultimo anno, miglior amico di Gabriel,  altrettanto brillante e un po' nerd che si strugge per l'amore irraggiungibile di Rossella; un po' più controverso il suo incontro con Bianca, penultimo anno di liceo, quella che ha subito un'avversione inspiegabile per Layla, chiacchierata per le sue relazioni finite e per averne iniziata una con un ragazzo più grande. Insomma la normalità assoluta di cinque adolescenti alle prese con la scuola, gli amici, gli amori e [...] qualcosa di inafferrabile che aleggia nell'intera narrazione, ma che si riesce a incontrare solo alla fine.
La razionalità incrollabile di Gabriel, una serie di accadimenti che minano equilibri e legami; poi, il personaggio de la sposa, una donna la cui esistenza è circondata dal mistero e che gioca un ruolo primario nella tessitura di una trama chiara e inoppugnabile. E Layla. Protagonista di un racconto intenso.

Quello di Massimo Piccolo, edito Cuzzolin, è un bel romanzo. Di quelli che intrigano e ti lasciano con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. Perché attendi che, alla fine, tutto vada come credi, i dubbi si sciolgano e [...]
Ma non è così. Almeno non del tutto.
Ci sono delle cose che non si possono spiegare. E alla fine lo comprende anche Gabriel che sul suo blog scrive "Questa volta non aspettatevi una soluzione" . 
Perché non c'è. Aggiungiamo noi. Perlomeno non una razionale.
Ci ritroviamo a vagare per luoghi noti della splendida Napoli, tra colonne sonore e storie lontane che rivivono ciclicamente. I paesaggi confortano l'anima e anche Layla sembra avere una via d'uscita. Almeno per un attimo. La sua. O quella preparatagli da chi si appresta a chiudere, finalmente, un cerchio.
'o quàcchio jango attuppa 'o niro
e so tene stritto 'nzine
'o quàcchio niro attuppa 'o jango
e sai accuppati tutti quanti!
Un cappio. Lo scioglilingua del '700 descrive il senso dell'inquietante verità nascosta.
Il racconto ha un ritmo incalzante e coinvolgente, in cui la gioia e la routine acquistano un sapore precario chiaramente percepibile.
Psicologia ed esoterismo. I tormenti dell'animo umano e quella illusione di riuscire a trovare una soluzione certa a tutto. Il caso esiste.

Anche questa è una lettura che vi consigliamo. Perché apre alla riflessione e alla possibilità fondamentale della bellezza del dubbio. 

ILLIBRO

In una Napoli vera e contemporanea (lontana dal folclore o dal racconto di Gomorra), nel normale scorrere delle giornate di cinque ragazzi, tra passioni, desideri e i naturali intoppi del diventare adulti, si insinua una realtà fatta di misteri e accadimenti inspiegabili e spaventosi. 

Chi è Layla e quali segreti nasconde? E chi si cela dietro il personaggio de la sposa, una sacerdotessa amorevole che ha saputo decifrare i mille indizi che la città conserva (ora in una cappella chiusa del Duomo, ora in un dipinto, ora nelle fattezze di una Madonna col Melograno) o una spietata dispensatrice di morte? E Gabriel, mente brillante e razionale immune anche al più piccolo tentennamento, che già a cinque anni ai cartoni animati preferiva i programmi di Piero e Alberto Angela (e socio del Cicap a dodici), riuscirà a interrompere quanto di drammatico e incomprensibile sembra destinato a succedere? 

L'AUTORE

Massimo Piccolo, nato a Pomigliano D'Arco (Na). Per i tipi della Cuzzolin ha pubblicato "Estelle. Storia di una principessa e di un suonatore di accordìon" nel 2018.

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