Chiesa di Santa Sofia a Benevento.

Il Centro Storico di Napoli; le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata; il Palazzo Reale del XVIII secolo di Caserta con il parco, l’Acquedotto Vanvitelliano e il Complesso di San Leucio; il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula; la Costiera Amalfitana e "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)" con la Chiesa di Santa Sofia a Benevento.

Scritti e letti così suonano come sei “bei nomi” in un elenco di siti architettonici e storici più o meno conosciuti. In realtà sono una minima parte di una lista ben più corposa che è quella del Patrimonio UNESCO custodito nel nostro Paese. E in particolare nella Regione Campania. Questo è il nostro incipit. L’inizio di un viaggio che ci porterà alla scoperta delle meraviglie d’Italia. Alla ricerca della Bellezza.

L’intenzione è quella di raccontare e racchiudere in questo diario di viaggio, monumenti e storia ma soprattutto le storie che si celano dietro ogni sito…sospeso tra passato e presente.

Eccoci quindi in partenza dalla Campania, in giro tra i suoi sei gioielli UNESCO.

Sedetevi, mettetevi comodi e viaggiate con noi. Prima tappa la Chiesa di Santa Sofia a Benevento. Ed è proprio lei che vedete nella foto qui sotto. 
A poco meno di 30 chilometri da dove vi scriviamo c’è la splendida CHIESA DI SANTA SOFIA. Non vi proporremo date, non ricorderemo battaglie, solo luoghi e suggestioni. Ci siamo fatti accompagnare da Ilaria Melillo, guida turistica nella Città di Benevento, in questo percorso alla ricerca dell’essenza della Chiesa di Santa Sofia.

Quando presenti un monumento non ti limiti a quelli che sono gli aspetti architettonici, stilistici, artistici, storici, almeno per quanto mi riguarda cerco sempre di andare oltre, di contestualizzarlo e mostrare alle persone il motivo reale della sua realizzazione.

È appunto dall'oltre che parte il nostro viaggio indietro nel tempo. Siamo nel Ducato Beneventano. Entriamo direttamente nel luogo dove Arechi II si autoproclama Principe Longobardo e Duca Sannita […]

Nel mio racconto mi concentro molto anche sulla figura di Arechi - ci spiega Ilaria - la cui paternità relativamente alla Chiesa di Santa Sofia è stata abbastanza accreditata, perché è al suo interno che compie un gesto clamoroso: quello appunto di autoproclamarsi Principe Longobardo e Duca Sannita.

Con una piccola digressione Ilaria ci disegna, riassumendolo, il quadro storico all'interno del quale si sviluppano i presupposti della paternità di Santa Sofia ma anche la mente illuminata di un Arechi a cui si deve la trasformazione della chiesa nel cuore pulsante della religiosità longobarda.

Al loro arrivo a Benevento i Longobardi fanno di tutto per evitare il contatto con gli autoctoni (la “contaminazione” avverrà poi in maniera graduale) stabilendo il loro quartier generale nella parte alta della città. Con Arechi, a due secoli di distanza, capiscono che per non essere considerati degli usurpatori devono stabilire un legame con chi li ha preceduti.
Una figura straordinaria quella di Arechi - racconta con entusiasmo Ilaria - così come quella della moglie Adelperga, figlia dell’ultimo re dei Longobardi, re Desiderio. Adelperga arriva a Benevento perché Desiderio ha in effetti compreso le "manie di grandezza" di Arechi, circostanza che ne acclara la paternità di Santa Sofia a quest’ultimo, visto che desiderava dare a Benevento un’immagine da capitale, da capitale del Ducato insomma, per poi elevarla addirittura a capitale del Principato. È per questo che Desiderio decide di mandare sua figlia a Benevento in sposa ad Arechi, sperando che lui stia ‘buono e tranquillo’ […]
Buono e tranquillo mentre l’altra figlia, la famosa Ermengarda del Manzoni, va in sposa a Carlo Magno, il cui noto ripudio con la conseguente morte provoca lo scoppio della guerra tra Franchi e Longobardi. Cade dunque la Longobadia Maior, re Desiderio scappa. Resta in piedi il Ducato di Benevento.
I longobardi del nord arrivano a Benevento e Arechi, rendendosi conto di questa ghiottissima occasione, si autoproclama principe.
L’occasione storica e la grandiosa visione di Arechi II danno vita a Santa Sofia, nata per essere monumento nazionale e dove vengono accolte le spoglie di San Mercurio, un santo particolarmente importante per i Longobardi. La culla della religiosità longobarda è anche il gioiello architettonico tra le cui mura si sviluppa lo scriptorium con la scrittura beneventana divenuta famosa nel mondo.

Se l’emozione suscitata da un monumento la maggior parte delle volte è data dalla sua grandiosità, Santa Sofia è l’esempio della grandezza nella suggestione. L’aura che la circonda rimanda allo splendore dei tempi che ne hanno portato alla realizzazione. L'impatto con questo gioiello architettonico è immediato.
Attraverso il racconto puntuale e coinvolgente di Ilaria ammiriamo una Chiesa di piccole proporzioni (circonferenza di 23,50 m di diametro) con pianta centrale che si rifà all’omonima chiesa di Costantinopoli ma ha una struttura originalissima con al centro sei colonne (si dice prelevate dal tempio di Iside e, con il dovuto “beneficio del dubbio”, la nostra guida ci dice che a testimonianza di questa provenienza ci sarebbe un serpente sul capitello, serpente che è noto simbolo di Iside) disposte ai vertici di un esagono e collegate da archi che sorreggono la cupola. L'esagono interno è poi circondato da un anello decagonale con otto pilastri di pietra calcarea bianca e due colonne ai fianchi dell'entrata, ognuno dei quali disposto parallelamente alla corrispondente parete. La disposizione delle colonne e dei pilastri crea insoliti giochi prospettici indescrivibili a parole. 

E il magnifico chiostro! [...]
La chiesa, in origine, era interamente affrescata, ora si osservano alcuni frammenti nelle due absidi laterali: l'Annuncio a Zaccaria, Zaccaria muto, l'Annunciazione e la Visitazione alla Vergine 
Un gioiello frutto della  lungimiranza di Arechi, notabile anche nella scelta delle maestranze orientali utilizzate. Arechi guarda infatti ad Oriente nelle sue aspirazioni personali, cercando di slegarsi dalle ingerenze papali.
Santa Sofia quindi sulla scia dell’omonima chiesa di Costantinopoli perché intitolata alla Santa Sapienza di Cristo.

Sono molte le scolaresche che Ilaria accompagna nelle visite al sito,  nell'ambito di un percorso più ampio legato alla Città di Benevento, prezioso scrigno storico che riassume in sé età sannitica, romana, longobarda [...] un afflusso che in questo periodo vive il suo picco più alto e che vede arrivare nel capoluogo sannita anche turisti provenienti dagli altri siti Unesco, essendo Santa Sofia dal 25 giugno 2011 inserita nel sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”
Chi la visita ne resta affascinato - continua Ilaria in riferimento agli interni della chiesa descritti  - soprattutto quando racconto loro di questi affreschi meravigliosi, di come è cambiata la struttura in seguito ai vari restauri fino al recupero di tipo filologico operato sulla base dei documenti dell’epoca. 
Anche noi siamo rimasti affascinati in questo percorso che stabilisce contatti umani crea empatia tra chi racconta e chi guarda ammirato cercando di vedere nelle parole tutto ciò che prima di noi ha attraversato luoghi, memorie e incrociato destini.
Salutiamo Ilaria, con gli occhi pieni di Bellezza. Quelli della storia di Santa Sofia. In questa breve ma intensa pagina di diario, grazie alle parole di Ilaria, abbiamo scoperto il senso intimo della realizzazione di un gioiello assoluto [...]
Prossima tappa...seguiteci e lo scoprirete!!!


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