Muoio e continuo a morire, ucciso e risorto.
Buona giornata cari Lettori! Come va? Iniziamo la settimana con un'altra delle mie letture in tema Shoah, oggi parliamo di una delle ultime novità edite Newton Compton.
La casa dei sopravvissuti è ambientato in America poco prima del loro coinvolgimento nella Seconda guerra mondiale. La comunità di ebrei che vive al sicuro in America assiste quasi impotente ai tentativi di fuga degli ebrei europei che cercano di fuggire alla furia nazista. Gli ebrei sono considerati migranti indesiderati anche negli Stati Uniti, paese considerato da tutti una sorta di terra promessa. Alcuni fra gli ebrei americani però sono intenzionati a fare qualcosa per aiutare i loro fratelli in difficoltà, così si imbarcano in un'impresa praticamente impossibile: salvare quanti più ebrei possibili e portarli al sicuro in America.
E' proprio cercando di dare una mano al movimento che Abe Auer accetta di ospitare in casa sua una rifugiata europea, Ana. La guerra sempre più vicina e il crescente odio per gli ebrei che inizia a manifestarsi anche negli Stati Uniti mette alla prova il coraggio di un popolo intero che si trova a lottare per la sua sopravvivenza da una parte all'altra del mondo.
Ho apprezzato lo stile scorrevole della Brooks e la narrazione ritmata della storia. Mi sono piaciuti molto anche i personaggi del romanzo, li ho trovati ben caratterizzati ed estremamente umani. Non si tratta del classico romanzo ambientato durante il periodo nazista, stavolta ci troviamo lontano dal fronte di guerra e dalle persecuzioni più crudeli.
La storia si sviluppa seguendo le gesta di chi, pur trovandosi già al sicuro, cerca di aiutare come può chi si trova ad affrontare delle situazioni impossibili. E' un romanzo che affronta l'argomento Shoah da un punto di vista psicologico, concentrandosi sugli effetti che ebbe anche su chi si trovava dall'altra parte del mondo. Probabilmente avrei apprezzato più accenni al movimento che tentò di aiutare il popolo ebreo piuttosto che leggere delle storie personali dei personaggi.
La casa dei sopravvissuti è comunque un romanzo godibile che fa luce su un aspetto finora poco esplorato della Shoah. Buona lettura!
La casa dei sopravvissuti è ambientato in America poco prima del loro coinvolgimento nella Seconda guerra mondiale. La comunità di ebrei che vive al sicuro in America assiste quasi impotente ai tentativi di fuga degli ebrei europei che cercano di fuggire alla furia nazista. Gli ebrei sono considerati migranti indesiderati anche negli Stati Uniti, paese considerato da tutti una sorta di terra promessa. Alcuni fra gli ebrei americani però sono intenzionati a fare qualcosa per aiutare i loro fratelli in difficoltà, così si imbarcano in un'impresa praticamente impossibile: salvare quanti più ebrei possibili e portarli al sicuro in America.
E' proprio cercando di dare una mano al movimento che Abe Auer accetta di ospitare in casa sua una rifugiata europea, Ana. La guerra sempre più vicina e il crescente odio per gli ebrei che inizia a manifestarsi anche negli Stati Uniti mette alla prova il coraggio di un popolo intero che si trova a lottare per la sua sopravvivenza da una parte all'altra del mondo.
Ho apprezzato lo stile scorrevole della Brooks e la narrazione ritmata della storia. Mi sono piaciuti molto anche i personaggi del romanzo, li ho trovati ben caratterizzati ed estremamente umani. Non si tratta del classico romanzo ambientato durante il periodo nazista, stavolta ci troviamo lontano dal fronte di guerra e dalle persecuzioni più crudeli.
La storia si sviluppa seguendo le gesta di chi, pur trovandosi già al sicuro, cerca di aiutare come può chi si trova ad affrontare delle situazioni impossibili. E' un romanzo che affronta l'argomento Shoah da un punto di vista psicologico, concentrandosi sugli effetti che ebbe anche su chi si trovava dall'altra parte del mondo. Probabilmente avrei apprezzato più accenni al movimento che tentò di aiutare il popolo ebreo piuttosto che leggere delle storie personali dei personaggi.
La casa dei sopravvissuti è comunque un romanzo godibile che fa luce su un aspetto finora poco esplorato della Shoah. Buona lettura!
"Muoio e continuo a morire, ucciso e risorto, rimesso al mondo per il massacro, soggiogato alle iniquità della vita, cosicché io possa vedere il dolore dei morti, nè vittima nè superstite, nè testimone nè spettatore, ma pula nella mietitrice della storia, rivoltata, gettata, tranciata, ignorata e calpestata durante il lungo inverno inesorabile."