Qui non si parla di omofobia, ma di omofollia!
Buonasera lettori!
Buon lunedì e buon inizio settimana.
Come primo libro di questo 2018 ho deciso di leggerne uno che mi ha regalato una mia cara amica e che ero molto curiosa di leggere.
"Gita di terza elementare, tutti in pullman, destinazione la necropoli etrusca di Cerveteri. Due bambine di un’altra classe sedute sul sedile davanti si girano verso di me. Una allunga la mano e mi afferra una ciocca lunga e bionda di capelli. Non tira, li accarezza stupita e dice: «Come ti chiami?».
«Mattia.»
«Mh-mh. E perché hai i capelli da femmina?»
Non lo sapevo che quelli fossero «capelli da femmina». Per me erano i capelli come li portava quel figo di mio padre e gli avevo chiesto di lasciarmeli crescere proprio come i suoi, ma evidentemente su di me l’effetto era, come dire, diverso.
Da quel momento, anno dopo anno, Mattia inizia a vedere le cose da un altro punto di vista, a riconoscere e accettare gradualmente la sua identità sessuale, a confrontarsi con l’ottusità della gente, quella che lui definisce “omofollia”, e a tentare talvolta di aprire almeno una piccola breccia nel muro dell’omofobia.
Il tutto sullo sfondo della sua improvvisa e inaspettata popolarità sul web – con i pro e i contro che comporta – e la voglia di crescere ogni giorno di più.
Una voce fresca e sincera per raccontare la storia di un adolescente normale."
Questo libro viene solitamente inserito nella categoria "libri di youtubers", ma è abbastanza scorretto catalogarlo in questo modo.
Mattia, infatti, non racconta la storia del suo successo e della sua ascesa nei social.
Mattia parla di "omofollia", in quanto l'omofobia è la paura del proprio simile, non degli omosessuali.
"Quella cosa che chiamano omofobia dal punto di vista etimologico è una gran puttanata... perchè non significa <<paura degli omosessuali>>, ma <<paura del simile>>. Vuol dire che l'omofobo ha paura di chi è come lui, e dunque in fondo ha paura di se stesso."
Mattia parla della sua adolescenza, dei gruppi e sottogruppi che si iniziano a creare alle medie e alle superiori, di come è difficile integrarsi ed essere sicuri di se stessi.
Ci racconta, ovviamente, come è maturato nel corso degli anni e come è cambiato caratterialmente.
I capitoli, che racchiudono diversi avvenimenti, non sono collocati secondo un ordine temporale, ma seguono un filo logico.
Nei primi capitoli vediamo un Mattia un po' spaesato, insicuro, che ancora non capisce cosa sta succedendo e cosa deve fare.
A fine libro, vediamo un Mattia abbastanza sicuro delle sue idee, che per sentirsi completo non sente il bisogno di schierarsi, di apparire...
Inizia a sentirsi completo quando finalmente trova se stesso.
Il libro è, ovviamente, molto scorrevole.
Mi fa sempre piacere leggere libri scritti da miei coetanei ( quando l'ha scritto aveva la mia età, 18 o 19 anni) che condividono la mia stessa ironia.
Il linguaggio è semplice e quelle poche parole in dialetto danno un tocco più personale al libro.
"A volte basta questo: la promessa del fine settimana, quattro amici, una buona dose di pizzette calde e puoi riconciliarti con l'universo."