Recensione: La sposa spagnola di Kathleen McGregor

La nostra opinione :
Dalla quieta austerità di un convento al palazzo del conte Cervet. Dalle luride mani di una minacciosa ciurma di pirati alla cabina della Golden Lady. Per finire poi nella giungla e quindi a Barbados.
Inizia e si dipana così (naturalmente riassunta in breve, essendo oltre 500 pagine!) l’intricata vicenda di Soledad, prima sposa di un nobiluomo spagnolo violento e vendicativo, poi vittima dei pirati di Morgan e infine prigioniera ‘consenziente’ dell’indiano pirata, John McFee.
Il romanzo rientra nella serie legata a Corinna la Regina dei Mari.
Densa di emozioni, colpi di scena, descrizioni e scenari incantevoli, il ‘cuore’ della storia è rappresentato dall’immancabile amore travagliato e viscerale che nascerà dalle più improbabili delle implicazioni e dal più crudele dei ‘salvataggi’.
Tre momenti. Tre situazioni. Tre luoghi. Dove i personaggi cambiano e ritrovano se stessi (affascinanti le dinamiche comportamentali e psicologiche dei protagonisti, suggestivo anche il personaggio della madre di John, che conosciamo solo alla fine del romanzo, ma è denso e emozionalmente complesso).
Da un lato Soledad, vittima piegata, ma mai spezzata, degli eventi. Dall’altro John McFee, pirata dal passato terribile, dalle reazioni imprevedibili, tanto spietato e feroce quanto pronto a rischiare la vita più volte, per salvare quella della ‘sua donna’ …
Saranno proprio le molteplici vicissitudini ad avvicinarli, cancellando e trasformando la paura di Soledad e la passione e il crudele passato di John, in una rinascita che consacrerà il più forte, intenso e dolce dei sentimenti.
Bella, soprattutto l’ultima parte.
4 FENICI
Un assaggio per i nostri lettori
“Quando Soledad uscì dalla cappella il sole era già calato e il cielo stava scurendosi. Respirò l’aria satura di umidità, provando l’estremo bisogno di espandere i polmoni e lottando invece contro la costrizione del busto che indossava sotto l’abito. Era ancora lontano il momento in cui avrebbe potuto liberarsene, considerato quello che l’aspettava.Camminò zoppicando rigidamente lungo il porticato che circondava il bellissimo chiostro, stringendo tra le mani arrossate e piene di vesciche il manico del secchio. Serrò la mascella nell’incrociare un gruppo di fanciulle di ritorno dalla preghiera pomeridiana…”