[Recensione] Perduta di Kristina Ohlsson
Per Alex Recht, capo della polizia di Stoccolma, la
scomparsa di Rebecca Trolle era una ferita aperta. Lunghe ricerche e di lei
nessuna traccia, fino all’archiviazione del caso. Ora che, in un bosco nei
pressi di Stoccolma, il fiuto di un pastore tedesco ha restituito il corpo
fatto a pezzi di una ragazza, non ha alcun dubbio che si tratti di lei. Dalle
indagini di Recht, affiancato dall’analista investigativa Fredrika Bergman,
emerge un collegamento della vittima con un personaggio molto discusso, la
scrittrice per l’infanzia Thea Aldrin, sui cui verteva la tesi di laurea che
Rebecca stava preparando. La donna era stata al centro di uno scandalo per aver
pubblicato sotto pseudonimo due romanzi dal contenuto violento e pornografico.
Dopo aver scontato vent’anni di carcere per l’omicidio del marito e del figlio,
è ora in casa di riposo, chiusa in un ostinato silenzio. Convinta della sua
innocenza, Rebecca stava cercando le prove che potessero dimostrarlo, senza
rendersi conto di essere precipitata in una spirale pericolosa, e finendo per
pagare cara la sua ingenuità. Perché più a lungo rimane celata la verità, più
spaventose sono le conseguenze quando finalmente vede la luce.
Si tratta di un bellissimo thriller. Vi diciamo
subito che gli abbiamo assegnato cinque, meritatissimi cuori. Il romanzo,
magistralmente strutturato, si delinea in una storia avvincente, convincente, ansiogena
al punto giusto e ricca di colpi di scena e continui capovolgimenti. Al di là
dei personaggi, che a nostro parere fanno da ‘fondamentale corollario’, è la
vicenda a colpire e intrigare. Quello del corpo di Rebecca è solo il primo di
una serie di ritrovamenti che condurranno Alex, Peder e Fredrika, in un macabro
vortice di orrori, che il lettore intuisce in un’atmosfera priva di morbosità,
ma ricca di un cupa asfissia che crea il giusto mix di un thriller che dosa
sapientemente abilità narrativa, storia e personaggi convincenti. La storia
sembra avere ‘vita propria’. Ci ha particolarmente colpito il personaggio di
Thea, la scrittrice. Paradossalmente, pur chiusa nel suo mutismo, e presente in
pochi momenti narrativi, è lei che domina l’intera vicenda e ha attratto la
nostra attenzione. Tutto gira e conduce a lei. La perversa deviazione di chi
uccide traccia un percorso doloroso che passa attraverso uno snuff movie e due
romanzi. Intrigante gli interrogatori paralleli condotti nel corso
dell’indagine, segnata dai diversi giorni, e l’apertura che ‘inganna’
convincendo il lettore di una verità che poi non sarà così ovvia …
VOTAZIONE:
Cinque Cuori |
Un assaggio per i
nostri lettori
“Ecco che la porta si apre di nuovo. Un uomo con il
volto coperto da una maschera. Ha un’ascia in mano. Quando la ragazza si
accorge di lui, comincia a indietreggiare, urla. Finisce contro un telo, ma
l’uomo la afferra prima che cada e la trascina al centro della stanza. La
macchina da presa trema.
Fatica a interpretare i fotogrammi successivi.
L’uomo colpisce la ragazza al petto con l’ascia. Una volta, due. Un colpo alla
testa. Tira fuori un coltello e in un attimo la giovane è esanime. Due o tre
secondi dopo il film finisce. Il proiettore crepita impaziente, in attesa che
lei lo spenga”.