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Pagine:240 Prezzo:14.00 €
Uscita: 22 Ottobre 2014 |
Il settimo giorno Dio si riposò e Satana ne approfittò per creare il calcio. Lo diede in dono ai maschi e ordinò loro di santificarlo ogni domenica. Poi arrivò Rita Pavone, chiese al suo uomo di portarla a vedere la partita e quello rispose che non era roba per signorine: voleva mantenere il possesso della palla.Così, il calcio divenne il più temibile rivale d’amore di tutte le signorine made in Italy. Da allora, sono trascorsi lunghi decenni di angustie e guerre fredde e calde. Diverse signorine hanno imparato a giocare a calcio, hanno capito il fuorigioco e sono entrate negli stadi. Molte altre, invece, sono rimaste fuori, a innamorarsi di tifosi e ultrà, perpetrando il match donne vs partita di pallone. La protagonista di questo romanzo, invece, rifiutando di abbonarsi in curva, subire i supplementari e indossare bandiere, butterà via il rancore per le domeniche perdute e ripartirà dagli archetipi: per lei il matrimonio di Grace Kelly, per lui la partita di pallone. Solo così farà del calcio il suo complice nella conquista del cuore di un indomabile tifoso, che riserverà a lei i suoi più inaspettati colpi di testa. La domenica lasciami sola propone un viaggio nei pregiudizi femminili sul calcio, con l’obiettivo di superarli. Si snoda attraverso le riflessioni e i piccoli aneddoti dell’autrice, che ammette da subito di non capire il calcio, ma di volerne cogliere, se non proprio il significato, l’essenza. L’obiettivo è dare una lettura femminile di questo sport, che se anche sta diventando sempre più “unisex”, è raccontato e letto sempre e solo da voci maschili. Le donne riusciranno a dire qualcosa di più, di inedito, su calciatori e calciofili? E questo qualcosa potrà servire ad ammorbidire tutte quelle donne che all’annuncio “cara, stasera vado a vedere la partita, non posso venire con te al concerto della Filarmonica” sono tentate di chiedere il divorzio? È la sfida del romanzo, affiancata da un obiettivo: offrire una visione nuova del calcio, che le donne possano utilizzare anche come mezzo per capire meglio i propri compagni, magari addirittura per amarli di più.
Simonetta Sciandivasci è nata a Tricarico nel 1985. È cresciuta tra Matera e Ferrandina, coccolata da sessantotto parenti, tra cui si annovera un solo calciofilo, peraltro interista.
Vive a Roma, senza patente, dopo una lunga parentesi milanese. Ha scritto per diversi anni su «A». Ora scrive per «Donneuropa», il «Giornale», «Pagina99» e «Il Foglio», dove cura la rubrica Gioco Maschio. La sua impresa eccezionale sarà diventare bisnonna.
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Pagine: 240 Prezzo: 15.00 €
Uscita: 22 Ottobre 2014 |
Una casa al mare d’inverno, a Camogli, una villa che sa di muffa e morte, la morte per suicidio, tredici anni prima, della piccola Elisa, e la morte del padre per il dolore poco dopo. Vi trascorrono un tempo d’attesa Alessandra, cantante jazz insoddisfatta del suo corpo e della sua vita, e il cugino Leo, bambino mai diventato adulto, dolorosamente reale nei suoi ritardi e le sue allucinazioni. Attendono il ritorno dall’ospedale della madre e la sorella di Leo.
In questo scenario da dramma da camera, va in scena una ricerca della verità sulla storia della famiglia protagonista. La verità dei fatti e dei ricordi, da scavare come strati di ere geologiche. La verità sul dolore per l’handicap mentale, capace di terremotare gli equilibri familiari. La verità sulla morte, sul peso che i morti lasciano ai vivi, e sul rimpianto che i morti hanno della vita.
Un romanzo sui generis, capace di giocare con i registri del giallo e del soprannaturale, ma che in realtà è una delicata riflessione sulla natura umana, sui suoi limiti (non solo quelli biologici) nel comprendere, nel comunicare e nell’amare l’altro. E anche una riflessione sull’impotenza e il fato, e su quella forza che tiene assieme, malgrado tutto, madri figlie e fratelli, come una colla che tiene in piedi i birilli, dice la Ramos, una colla «che forse è l’amore. Sempre lui. Quello».
Francesca Ramos milanese, si è spenta nel febbraio 2012 a causa di una rara malattia genetica. È stata, tra le altre cose, cantautrice (un suo pezzo, Jenny, composto a soli 17 anni, da trent’anni fa parte del repertorio dei Nomadi). Nel 2007 La Tartaruga ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Una come me, struggente storia d’amore che l’ha fatta apprezzare da molti lettori, e che Baldini&Castoldi ripubblica in tascabile. Diciotto ossa rotte è il suo secondo romanzo.