Letture dal Passato

Siamo arrivati anche questa settimana al momento della nostra intervista dal Passato, e oggi Maria Grazia ha intervistato per noi Jo March...





Piccole donne: un tè a casa Bhaer con Jo March e la sua famiglia  

Impulsiva, ribelle, inquieta, contraria al matrimonio e al romanticismo in generale.
Quando ce la ritroviamo di fronte, con un marito, due splendidi bambini e una tazza di tè fumante tra le mani, ci rendiamo conto, che molto è cambiato.
Del ‘maschiaccio’ che era, sembrerebbe essere rimasto ben poco. Poi, ci accorgiamo della macchia di inchiostro sulla guancia candida, degli occhi accesi da una scintilla sbarazzina mentre ha appena finito di rincorrere il piccolo di casa … e pensiamo che Jo March, in fondo, è rimasta la stessa, nonostante gli anni e le vicissitudini.
E’ felice. Ce l’ha detto lei stessa, poco prima, riponendo la lettera della sorella Amy, di ritorno dal suo lungo viaggio in Europa …
Le piccole donne di casa March si sarebbero finalmente ritrovate tutte insieme!

Josephine, o meglio Jo March, è ormai diventata una scrittrice famosa e ricercata, ha una bella famiglia e un marito che ama e la ricambia nel suo affetto. E stanno pensando di arricchire quel già perfetto quadretto familiare, con un cucciolo. I bambini lo avrebbero adorato!
“Se qualcuno mi avesse detto che mi sarei sposata e avrei avuto dei figli, beh, gli avrei dato di sicuro del folle!” ci dice, sorseggiando il liquido ambrato dalla tazza deliziosamente disegnata.
Siamo nel salottino di casa Bhaer. Approfittiamo di uno di quei rari momenti di tranquillità che marito e moglie si concedono dalle mille incombenze legate alla gestione del collegio.
I bambini stanno andando a giocare in giardino, con il loro papà, e noi possiamo quindi continuare a chiacchierare senza interruzioni. Nel momento in cui le abbiamo proposto un’intervista, sapendo che sta per ultimare il suo ultimo romanzo, ha accettato entusiasta.
… 
Abbiamo tra le mani il manoscritto. La storia è quella di quattro sorelle e della loro madre, ai tempi della Guerra Civile … 
“Devo scriverlo di notte - ci confida con fare cospiratorio. Il tempo fugge via così rapidamente con i bambini, il collegio e Dio solo sa cos’altro. Quindi - sorride al di sopra del bordo della tazza - l’unico momento in cui riesco a scrivere e ad avere un po’ di pace è la notte, oppure – ammicca in direzione della finestra da dove scruta orgogliosa la sua famiglia – devo approfittare di momenti come questo!”.
Ha ripreso una storia di diversi anni fa. Un racconto che aveva cominciato a scrivere per Beth.
“Ti manca molto …” constatiamo, notando il velo di sottile malinconia che attraversa i suoi occhi.
“Il dolore è sempre lì, anche a diversi anni di distanza”. Poggia la tazza sul tavolino dinanzi a lei e prosegue. “Non riesco ancora ad accettare che la piccola Beth non ci sia più. Era così dolce e gentile …”.
Non riesce ancora ad accettare di averla persa così giovane. “La sua morte è stata un’ingiustizia.”
Annuiamo.
“La dolce e sensibile Beth. Era inorridita da alcuni miei comportamenti …” sorride alla volta del ritratto poggiato sul caminetto alle nostre spalle – Mi rimproverava di essere un ‘maschiaccio’. Irruenta, impulsiva, scontrosa, ma sempre con buone intenzioni!”
“Allora - sbotta improvvisa, cambiando argomento – ti stavo raccontando del mio matrimonio con Fritz!”.
Si, proprio alcuni momenti prima avevamo finito di guardare le foto di famiglia e del matrimonio. “Tutti si aspettavano sposassi Laurie ma, in quel momento non avevo davvero intenzione di sposarmi!” chiosa convinta.
E poi? - chiediamo sospettando si aspetti un nostro intervento.
“Poi ho incontrato Fritz e ho capito che si è decisi a non sposarsi finché non si incontra chi ci fa cambiare idea. Beh, sono ancora poco romantica e smancerosa ma …”
Ci guardiamo negli occhi. Lei lascia la frase in sospeso e scoppiamo entrambe a ridere.
Contraria al matrimonio in generale, al suo in particolare. Antiromantica per eccellenza. E poi, la ritroviamo con un marito, due figli e che pensa di prendere un cucciolo!
Ti saresti mai aspettata tutto questo?
“Tutta questa felicità intendi?”
Beh si, forse anche questo ma …
Lei ci comprende in pieno.
“Credo volessi essere diversa a tutti i costi. E lo ero, come lo sono ancora. Un maschiaccio ribelle, innamorato della letteratura. Ma poi mi sono accorta, quando ho incontrato Fritz, che mi mancava qualcosa … e forse mi era sempre mancata, anche se non lo sapevo … Pensavo che scrivere fosse tutto. E’ tutto. Ma ora so di essere veramente completa!”
Confidenza per confidenza. E sapendo della sua schiettezza. Quindi non eri innamorata di Laurie?
“Lui era come un fratello per me. E … no, non ne ero innamorata. Ma adesso basta parlare di ‘romanticherie varie’, mi sembra quasi di essere Meg …”scherza rimuovendosi la macchia d’inchiostro dal viso.
Che pensano i bambini della loro mamma scrittrice?
“Oh, sono ancora troppo piccoli e spesso non apprezzano che stia rinchiusa nella stanza invece di giocare con loro, ma crescendo capiranno ,o almeno così dice Fritz. Ma spesso penso lo faccia per non farmi sentire una mamma ‘distratta’ …”.
Stai insegnando loro ad andare a cavallo?
“Si. Abbiamo dei pony. Teddy e Robert li adorano”.
E ora che anche Amy torna dall’Europa, finalmente avrai le tue sorelle tutte qui…
“Sono fuori di me dalla gioia! Spero che anche Amy si sposi e sia felice come lo sono io ora, in questo momento.”
Le urla infantili invadono i corridoi della casa e scoppiano nella stanza, quando, di corsa, fanno il loro ingresso i piccoli di casa. Sono sudati e sporchi di terra e le loro grida gioiose si mescolano ai tiepidi rimproveri della mamma.
Ci rendiamo conto che è ora di andare. Ma ritorneremo. Jo ci aspetta e ha detto che la prossima volta ci saranno anche Amy e Meg!

Baci...
Ilaria

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