[Recensione] Il giardino dei Cosacchi di Jan Brokken


Buona giornata cari Lettori! Oggi parliamo di un libro che inaugura una nuova collaborazione tra il nostro Blog e la Casa Editrice Iperborea. Trovo le edizioni Iperborea molto interessanti, il loro catalogo è ricco di titoli di spessore e le loro edizioni sono davvero impeccabili, quindi sono felicissima di poter collaborare con loro! Inauguriamo questa collaborazione con un meraviglioso romanzo storico.

Il giardino dei Cosacchi è ambientato nella gelida Russia e racconta dell'amicizia tra lo scrittore Fëdor Dostoevskij e il Barone Alexander von Wrangel. Tutto inizia nel 1849, Dostoevskij sta per essere giustiziato accusato di aver complottato contro lo Zar, all'ultimo minuto arriva la grazia e la pena viene commutata nell'esilio in Siberia. Alexander von Wrangel era lì ad assistere all'evento, anni dopo quando viene nominato procuratore e mandato in Siberia, ricorda ancora quel giorno e sopratutto si ricorda dello scrittore che affronta la morte. Trovandosi nello stesso luogo, tra Dostoevskij e Alexander nasce una profonda amicizia che li legherà per anni e che si intreccerà alla storia stessa della Russia.
Da amante dei romanzi storici e della letteratura russa in generale, già leggendo la trama di questo romanzo avevo capito che era esattamente il tipo di storia che prediligo.
La storia copre un lungo periodo, protagonisti sono lo scrittore Dostoevskij e il Barone russo di origini baltiche von Wrangel, al centro del racconto l'amicizia che nasce tra i due uomini. Complice la dura e solitaria vita nelle lande desolate della Siberia, tra i due uomini nasce un rapporto fatto di fiducia e profonda comprensione. Intorno a loro si sviluppa la storia, la storia reale, quella della loro amata Russia, terra di contraddizioni e di immensa bellezza.

E' la prima volta che mi approccio a Jan Brokken, autore olandese di cui ho sempre sentito parlare benissimo. Ho trovato il suo stile narrativo elegante, poetico, particolarmente evocativo ma allo stesso tempo scorrevole e di immediata comprensione. La narrazione ha un bel ritmo, mi sono trovata già dalle prime pagine totalmente immersa nella storia e attratta dalle atmosfere misteriose e affascinanti della Russia e della Siberia.

L'autore ha svolto un lungo lavoro di ricerca, lavoro che è evidente dal modo in cui è riuscito a parlare di una parte della vita di Dostoevskij di cui in realtà si conosceva ben poco. Non si tratta solo di una storia di una forte amicizia, questa è anche la storia di quando e come Dostoevskij è diventato lo scrittore di immenso talento che conosciamo oggi, della vita prima dei romanzi che lo consacrarono, dell'uomo prima che diventasse lo scrittore.

Le pagine scorrono via veloci mentre contemporaneamente gli anni passano, Dostoevskij sconta la sua pena aggiungendo al suo bagaglio culturale tanti piccoli pezzi che poi inserirà nei suoi libri, e l'amicizia con von Wrangel si rafforza nonostante le difficoltà e la lontananza. Nel romanzo trova spazio anche la storia della Russia, i cambiamenti che segnarono quegli anni. C'è spazio anche per l'amore, quell'amore tanto forte e appassionato che sembra distruggere l'animo più che nutrirlo.

Al centro della scena due figure dalla personalità dirompente, Dostoevskij e von Wrangel, tanto diversi quanto bisognosi l'uno dell'altro. Personalmente ho amato ogni parte di questa storia, in special modo la descrizione dell'evoluzione di Dostoevskij, il modo in cui la dura esperienza dell'esilio siberiano l'ha reso prima l'uomo e poi lo scrittore ammirato dal mondo intero. Un romanzo storico semplicemente meraviglioso, un'amicizia indistruttibile, una storia che vi catturerà completamente! Buona lettura!

"Un russo vive in dissidio costante con la Russia, altrimenti non è un russo. Toglietegli però la Russia e morirà di morte lenta."

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