Poveri estranei. Certo hanno tutte le ragioni per aver paura.

Buona giornata cari Lettori! Come va? Qui tutto procede tranquillo, oggi parliamo di una delle mie ultime letture. Era da molto tempo che volevo leggere qualcosa di Shirley Jackson e, complici gli sconti Adelphi del mese scorso, ho acquistato quello che forse è il suo romanzo più famoso.

Abbiamo sempre vissuto nel castello racconta la storia della famiglia Blackwood. I Blackwood vivono da generazioni  nella grande casa di famiglia e hanno continuato a vivere lì anche dopo la terribile tragedia che li ha visti protagonisti. Infatti gli unici Blackwood sopravvissuti sono le sorelle Constance e Mary Katherine e lo zio Julian, gli altri membri della famiglia sono morti avvelenati. Il mistero sulla loro morte non è mai stato risolto e da quel momento in poi i Blackwood rimasti si sono rinchiusi nella loro casa lontani da tutto e tutti, avvolti da una solitudine che hanno scelto.

Mix tra un romanzo gotico e un thriller psicologico, Abbiamo sempre vissuto nel castello è un libro molto particolare fatto di atmosfere inquietanti ammantate da una vena di follia e malessere che pervade tutta la storia.

La Jackson è stata più volte definita maestra del gotico, ma solo leggendo i suoi romanzi si capisce davvero fin dove arriva la sua bravura nell'intessere una storia che sembra quasi priva di eventi clamorosi ma che riesce a tenere il lettore incollato alle pagine! Ha uno stile elegante e armonioso che nasconde una vena inquietante che rispecchia perfettamente le storie che racconta.

Tutto il romanzo ruota attorno ai Blackwood e all'avvelenamento in cui hanno trovato la morte la quasi totalità dei membri della famiglia. Non sappiamo nulla di quello che sia davvero successo, non conosciamo il colpevole nè tanto meno il movente. Ed è sul filo del dubbio che leggiamo questo romanzo, facendoci catturare dalle sue atmosfere e da quel brivido continuo che non va mai via del tutto. 

Ho adorato le atmosfere e i protagonisti, intrappolati in un'eterna e insana routine che viene spezzata dall'arrivo del cugino Charles, evento che darà poi il via all'inizio della fine. La vita dei Blackwood sembra normalissima, ma in realtà quella normalità è solo apparente perchè nasconde qualcosa di crudele, quel male subdolo che riesce ad annidarsi anche dove non te lo aspetti.

Il romanzo si legge in un soffio e fino alla fine è la confusione a regnare sovrana, la tensione psicologica cresce sempre di più fino ad arrivare ad un finale che svela molto meno di quello che vorremmo. Romanzo che esplora la follia umana vista attraverso gli occhi degli strani personaggi di questa storia, Abbiamo sempre vissuto nel castello è una sorta di viaggio avvolto nell'ombra che vi trascinerà in un vortice di pazzia travestita da normalità. Buona lettura!

"Merricat, disse Connie, tè e biscotti: presto, vieni.
Fossi matta, sorellina, se ci vengo m'avveleni."

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