Recensione: Non volare via di Sara Rattaro

Buona Domenica!

  • Per essere straordinari non è necessario nascere perfetti. Matteo ama la pioggia, adora avvertire quel tocco leggero sulla pelle.  È l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri, in cui smette di sentirsi diverso. 
Perché Matteo è nato sordo. 
Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita.  Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi c'è un mondo fatto soltanto di silenzio. All'improvviso la voce, gutturale, dice: «Pecché vola via?». 
Un uccellino è volato via e Matteo l'ha capito prima di tutti. 
Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. 
È il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità. 
All'inizio non era stato facile crescere il piccolo Matteo. 
Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: restare uniti grazie all'amore. Ma è stato proprio l'amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolgono la vita quando meno te l'aspetti.  Lo fa quando credi di essere al sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere.  E poi ti trascina nell'impeto di inseguire i tuoi sogni. 
Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. 
Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare: «Papà, non volare via».

Non volare via è il primo libro che leggo di Sara Rattaro, un autrice molto apprezzata sia nel panorama letterario italiano che fuori dai nostri confini.
La storia raccontata potrebbe essere una storia comune a molti, la storia di una famiglia, la storia di Alberto e Sandra, del loro matrimonio, la storia di Alice e della sua forza d'animo e la storia di Matteo, un bambino audioleso, ma la cui forza e dolcezza schizzano fuori dalla pagina scritta e commuovono il lettore...
Alberto e Sandra sono all'apparenza una coppia forte, o forse sono stati costretti ad essere più forti degli altri dopo la nascita di Matteo: dopo aver scoperto che il loro bambino era sordo, Alberto e Sandra si sono sentiti cadere il mondo addosso, tutto quello che avevano sperato per il futuro, tutti i piani che avevano fatto si sono dissolti improvvisamente...
Ma Sandra, probabilmente il personaggio più forte del romanzo, la regina della famiglia, quella che come una colla tiene insieme la sua famiglia, ha deciso di non arrendersi e ha lottato affinchè il suo bambino avesse la possibilità di vivere una vita normale!
Ma all'improvviso Sandra viene a conoscenza del tradimento di Alberto e il suo mondo si sgretola ancora una volta...
La voce narrante del romanzo è Alberto, scelta che ho apprezzato moltissimo, perchè attraverso le sue parole possiamo arrivare a comprenderlo o quantomeno ad evitare di giudicarlo...
L'autrice riesce a narrare una storia drammatica e commovente, in cui ogni personaggio ha un ruolo importantissimo nella vita del piccolo Matteo, come Alice, sua sorella, che diventa la vera protettrice di Matteo!
Le pagine scorrono veloci e il romanzo è ricco di frasi meravigliose che mi hanno colpito profondamente.
Una volta arrivati alla fine dopo mille peripezie, la famiglia di Matteo è ancora unita, a dimostrazione del fatto che "l'amore non viene mai meno"...

Arrecare un danno, ferire, provocare dolore, ecco di cosa siamo capaci.
E dopo per quanto cerchiamo di stare attenti, per quanta sia la cautela che ci imponiamo di usare, ci aspetta sempre e solo un'unica via: trovare un modo per riparare alle ferite che abbiamo inferto...


4 Fenici e mezzo



Baci...              

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