Recensione: Quota 33 di Roberta Gallego

Buon fine settimana!

Oksana Leykova era bella, bella da morire. Sua nonna glielo diceva sempre: "La tua bellezza non ha prezzo, perciò la sconterai sempre e dovunque". Ma non avrebbe mai pensato di doverla pagare con la sua stessa vita, e proprio quando finalmente aveva incontrato l'amore, quello vero. Alvise Guarnieri, quarantenne e separato, è il sostituto procuratore di turno della cittadina di provincia di Ardese la sera in cui Oksana Leykova viene trovata morta. Il caso è suo. Ma appena inizia a indagare con l'aiuto del maresciallo Alfano, suo filosofico braccio destro, scopre dietro l'omicidio della ragazza un intreccio di rapporti economici e politici, tra poteri locali, mafie ed esponenti istituzionali. Le pressioni sul magistrato sono forti e contrastanti: chi vorrebbe l'insabbiamento dell'indagine, chi si gioverebbe del processo spettacolo... Sebbene le interferenze arrivino anche a minacciare la sua vita privata, Guarnieri andrà avanti, fin dove possibile, sino a quando i meccanismi della Giustizia glielo consentiranno. Ma coprotagonista del romanzo è proprio la Procura, con i suoi personaggi ai quali ci si affeziona subito, tanto da voler seguire ciascuno di loro: il magistrato furbo che scarica sui colleghi, l'autista tuttofare, il vecchio pazzo che si costituisce almeno una volta alla settimana, gli amanti del bagno del quinto piano, gli spacciatori di mozzarelle fresche nei garage...

In Quota 33 l'autrice ci porta in una Procura del Nord Italia e ci racconta delle normali mansioni che vi si svolgono.
La narrazione si svolge su vari livelli, infatti oltre alla storia principale, di cui si parla nella quarta di copertina, parallelamente ci vengono raccontate tante altre piccole storie, probabilmente proprio allo scopo di farci conoscere meglio la vita di questura...
La parte diciamo "gialla" del libro non viene molto approfondita come mi aspettavo, ma più che altro l'autrice si concentra sui vari personaggi: magistrati, marescialli, carabinieri e tanti altri, descritti nello svolgimento del loro lavoro.
Forse è proprio questo il motivo per cui non ho apprezzato particolarmente il romanzo, ma l'ho trovato noioso e ripetitivo, avrei preferito che la risoluzione dei vari casi, specialmente di quello iniziale riguardo alla giovane Oksana fosse al centro della narrazione e non lasciato un po' al caso.
Lo stile dell'autrice invece mi è piaciuto molto, l'ho trovato raffinato ma allo stesso tempo semplice e lineare!
Non mi sento di sconsigliarne la lettura, perchè in fondo la lettura è bella proprio perchè è varia, quindi ad ognuno i suoi gusti! 



Baci...

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