La donna dal kimono bianco di Ana Johns

Buona giornata cari Lettori e buon inizio settimana! Gli ultimi due romanzi che ho letto hanno in comune l'ambientazione orientale, anche se sono molto diversi tra loro. Dopo aver parlato la settimana scorsa del primo capitolo di una nuova saga fantasy, oggi invece ci dedichiamo ad un bel romanzo che trae spunto da vicende realmente accadute.

La donna dal kimono bianco è un romanzo che si snoda su due diversi livelli narrativi. Da una parte abbiamo il Giappone del 1957, dove assistiamo alla nascita dell'amore tra la giovanissima Naoko e il marinaio americano Hajime; dall'altra invece ci troviamo negli Stati Uniti nei giorni nostri, dove ci viene narrata la storia della giornalista Tori che sta cercando di scoprire la verità sulla sua famiglia.

I due racconti si intrecciano, le storie di queste due donne hanno molto in comune. Naoko è decisa a superare il pregiudizio della sua famiglia che vuole a tutti i costi vietarle il matrimonio con quello che considerano un gaijin, uno straniero, e farla sposare piuttosto ad un ricco giapponese. Ma Naoko è testarda e vuole seguire il suo cuore; così decide di fare di testa sua, sceglie l'amore e sarà proprio quell'amore a portarla a fare delle scelte impossibili. D'altra parte invece abbiamo Tori che ha appena perso il padre malato di cancro. Una delle poche cose che le rimane è una lettera scritta in giapponese e delle storie che il padre le raccontava, storie che ha sempre pensato essere inventate, ma che forse nascondono la verità sul passato del padre e sulla sua stessa famiglia.

Seguendo contemporaneamente questi due filoni narrativi, ci troviamo a leggere una storia tutta al femminile. Una storia d'amore certo, ma anche di dolore, di perdita e di rinascita. Punto di forza del racconto sono sicuramente le sue protagoniste, e in primis Naoko. Ho trovato entrambe le protagoniste ben caratterizzate, ma Naoko e la sua storia riescono facilmente a prendere il sopravvento perchè la sua storia è davvero emozionante e ricca di pathos.

Lo stile del romanzo è molto elegante e scorrevole, e questo, combinato ad un bel ritmo, rendono il romanzo molto piacevole da leggere. L'autrice ha fatto moltissime ricerche prima di scrivere questo romanzo, e devo ammettere che si nota. Ogni dettaglio della storia, ogni luogo, ogni tradizione, è descritta nei minimi dettagli. Il Giappone, così come viene descritto, è immensamente affascinante e vi travolgerà.

Questa è una storia di pregiudizio, di odio verso quello che non si conosce che tenta in tutti i modi di superare l'amore. Ma è anche una storia che permette di scendere a patti con il passato, di riconciliarsi in un certo senso con quello che è stato e di andare avanti. Questo è esattamente quello che accade a Naoko e Tori in un finale che non mancherà di sorprendervi ed emozionarvi. Buona lettura!

"Il dolore è così. E lo stesso vale per la felicità. Prima o poi passano."


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