[IV° Tappa BlogTour] Il simbolo di Damiano Leone
IL LIBRO
Contemporaneo di un uomo passato alla storia con il nome di Gesù di Nazareth, il figlio di
una prostituta muove i primi passi nella Palestina dominata dalle legioni di Roma: due realtà assai
diverse ma destinate a incrociarsi nei loro giorni più drammatici. Avviato alla prostituzione, il
giovane Ben Hamir trova conforto nell’affetto di uno schiavo comprato per fargli da tutore.
Costretto a fuggire a seguito di un evento delittuoso, dopo un’istruttiva permanenza ad Atene
conquista Roma – o meglio i cuori delle romane – divenendo gradito ospite dei più esclusivi palazzi
nobiliari. Coinvolto nella politica imperiale fino a divenire intimo di Tiberio, proprio da lui
apprenderà quanto beffardo possa mostrarsi il fato. Tornato in Palestina per ordine
dell’imperatore, ad attenderlo troverà sia un nuovo che un antico amore, ma anche l’odio feroce
di Ponzio Pilato, il suo più mortale nemico. Dopo aver compiuto un gesto in apparenza marginale
ma destinato a sconvolgere la storia, abbandonati i lussi e le amanti sceglierà di restare lontano
dai clamori del mondo. Ma Roma non si è dimenticata di lui: dovrà accettare lo sgradito incarico di
informatore imperiale, assistendo così a eventi che andranno oltre ogni sua immaginazione.
L'AUTORE
Damiano Leone è nato a Trieste nel 1949. Di formazione tecnica, nella prima parte
della vita si è interessato alle discipline scientifiche; in seguito, quando alcune vicende lo inducono
ad abbandonare la professione di chimico, incoraggiato da un esperto del settore inizia a produrre
artigianalmente repliche d’armi e armature antiche. Fortunatamente apprezzati, alcuni suoi lavori
sono stati impiegati in film storici, esibiti in programmi televisivi culturali ed esposti in musei. Da
oltre un trentennio si dedica allo studio della storia antica, dell’arte e della letteratura classica,
corroborando le nozioni letterarie con frequenti visite a musei e siti archeologici di tutta Europa.
Soltanto dopo il suo ritiro dall’attività lavorativa, e dopo essersi trasferito in un paesino montano
del Friuli, ha potuto trovare il tempo e la serenità per realizzare un’antica ambizione: quella di dedicarsi attivamente alla narrativa. Dopo aver terminato il romanzo storico Enkidu nel 2012, nel 2015 pubblica Lo spettatore. Il simbolo è il suo terzo romanzo.
TRE DOMANDE ALL'AUTORE
➽ Ci parli di Lei e di cosa fa nella vita.
✓Sono nato 69 anni fa a Trieste da genitori di origini pugliesi. In una prima fase mi sono interessato
soprattutto alle materie scientifiche con particolare riguardo per l’astronomia. Più tardi, in un momento
piuttosto tormentato della mia vita, ho abbandonato la professione di chimico. In seguito, grazie
all’aiuto e ai consigli di una persona conosciuta a livello internazionale per aver collaborato
all’allestimento di molti film storici, mi sono dedicato alla riproduzione artigianale di armi e armature
antiche. Com’è inevitabile, o almeno così pare a me, questa attività mi ha indotto a studiare in modo
approfondito dapprima la storia antica, e poi, logica conseguenza, l’arte e la letteratura del tempo. Ma
solo al momento di andare in pensione ho potuto dedicarmi con continuità a un proposito di vecchia
data: quello di scrivere romanzi. Attualmente, oltre che a scrivere mi dedico all’astronomia, e quando
posso trascorro le notti fotografando lontane galassie o diafane nebulose, che sono la culla di nuove
stelle o i loro straordinari resti.
➽I personaggi creati sono immaginari ?
✓Tutti i grandi personaggi e le loro azioni sono storici e trattati con sobrio rigore: da questo punto di
vista non ho lasciato spazio all’invenzione. Ma poiché “Il simbolo” non ha la pretesa di esser un saggio
storico ma un romanzo, ci sono pure alcune figure inventate: ma solo quelle strettamente necessarie
come appunto il protagonista. Questo perché mi serviva un personaggio che fosse in grado di muoversi
in ogni ceto sociale e che conoscesse in modo approfondito la psicologia più intima di uomini e donne.
Tuttavia, alcuni personaggi realmente esistiti come Bagoa, il persiano intimo di Alessandro Magno,
Antinoo, l’amato dall’imperatore Adriano, e perfino Aspasia, moglie di Pericle, ma anche diversi altri,
mi sono serviti da ispirazione per caratterizzare la figura di Ben Hamir.
➽ Prossimi progetti? Sta scrivendo altro ?
✓Quello su cui sto lavorando con l’editore Gabriele Capelli non è propriamente un romanzo storico
perché in massima parte riguarda invece un prossimo futuro. Tuttavia ci sono alcune incursioni nel
passato e soprattutto in quel passato in cui, guarda caso, è vissuto Jeshua ben Yusef.
Non voglio anticipare la trama ma, molto succintamente, si basa sul seguente presupposto: in un
mondo in cui la spiritualità pare in inarrestabile declino, per riuscire a invertire la tendenza, le autorità
vaticane progettano di mandare un uomo nel passato per testimoniare in modo inconfutabile l’avvenuta
resurrezione del Cristo. L’esperimento riesce, ma le conseguenze non sono esattamente quelle cui si
sperava: e si riveleranno assai più sconvolgenti di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare.
In ogni caso, credo sia un lavoro caratterizzato da una forte tensione ideale che non mancherà di
emozionare chiunque avrà la ventura di leggerlo, credente o no che sia.