Buon Pomeriggio!
Oggi vi posto un'altra Recensione del nostro collaboratore esterno Valerio...
Buona Lettura!
Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il New Deal di Roosevelt
ha ridefinito la politica americana, le tasse hanno raggiunto nuovi picchi
storici, i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki hanno suscitato il terrore
della distruzione totale. La nascita di agenzie governative segrete e di
sanzioni sugli affari ha spinto molte persone a guardarsi le spalle e il senso
di libertà dell’America è in calo. Molti sono pronti a tutto, anche ad azioni
disperate, per riprenderselo. Tra loro c’è un grande sognatore, un immigrante
che si è saputo tirar fuori dalla più profonda povertà e diventare uno degli
uomini più ricchi e ammirati del mondo. Si tratta di Andrew Ryan, convinto che
i grandi uomini e le grandi donne debbano meritare di meglio. Ryan ha lavorato per
creare l’impossibile, un’utopia libera da governi, censure e restrizioni morali
contro la scienza dove si raccoglie quel che si semina. Ha creato Rapture, la
città scintillante sotto il mare. Come tutti sappiamo, però, quell’utopia è
stata colpita da una tragedia. Questa è la storia di come tutto ebbe inizio e
di come tutto finì.
“Bioshock: Rapture” è un romanzo stupendo, tra
i migliori che abbia mai letto, e forse essere nato come un videogioco ne ha
limitato le immense potenzialità, visto che il mondo videoludico è spesso
sottovalutato e il suo pubblico relativamente ridotto.
Ma
Bioshock è un CAPOLAVORO. Vi spiego il perché.
E’
una sinfonia perfetta di tematiche profonde, ambientazioni magiche ma allo
stesso tempo permeate da follia e terrore, popolate da personaggi estremamente
carismatici anche se perlopiù fuori di testa.
Rapture
è, nella sua imperfezione, la città perfetta per descrivere le immense
potenzialità autodistruttive dell’uomo, anche quando animato da buone
intenzioni.
Non è
un uomo il vero protagonista di Bioshock, ma la città, nata come utopia della
società perfetta, partorita dal visionario Andrew Ryan, uomo statuario, dalle
idee ferme e impossibili che cerca di concretizzare,creando qualcosa di
altrettanto impossibile, una città sottomarina dove la religione è messa al
bando (letteralmente), dove non vengono imposti limiti morali, dove chiunque
può diventare qualunque cosa, anche il padrone assoluto, grazie al “sudore
della propria fronte”.
Il
libro è scritto molto bene, scorrevole e si legge in poco tempo nonostante non
sia breve (personalmente l’ho divorato), non si risparmia dal descrivere scene di
una crudezza non indifferente. Ma Rapture è così, ti sbatte in faccia la realtà
senza troppi compimenti, e il romanzo ci rende spettatori della sua nascita,
partendo dalle vicissitudini della sua costruzione, fino al suo triste,
graduale e inevitabile declino.
Rapture
nasce nello splendore, accessibile solo a una ristretta élite di persone, il
progresso scientifico sembra correre molto più velocemente rispetto alla
superficie, l’arte arriva agli apici, tutto questo grazie all’assenza di
inibizioni morali e istituzionali. Ma una volta entrato non puoi tornare
indietro.
Improvvisamente
qualcosa va storto. Molti di coloro che sulla superficie erano persone di una
certa caratura, si ritrovano a fare lavori umilianti (“Qualcuno dovrà pur
pulire i cessi a Rapture”).
L’assenza di limiti morali porta l’uomo a
compiere cose terrificanti, come ci dimostrano personaggi fantastici ma davvero
inquietanti e folli a dir poco come l’artista Sander Cohen e il chirurgo J.S.
Steinman che vi lasceranno molto spesso perplessi o disgustati. Lo stesso
magnate Andrew Ryan, ideatore e realizzatore del sogno di Rapture, uscirà di
senno andando contro i suoi stessi ideali nel momento in cui si accorge che il
potere sulla sua città gli sta sfuggendo di mano, diventando quasi un dittatore
e finendo per contribuire enormemente all’ autodistruzione della “sua” creatura.
Ci
sarà guerra civile e nelle strade prima splendenti e piene di vita dilagheranno
solo anarchia, follia e morte.
L’uomo
si rifugia in mare, credendo di poter creare la società perfetta, lontano da
Dio, del quale ritiene di non aver bisogno, e magari Lo accusa di essere una
delle cause dei propri problemi.
La
fine davvero terrificante di Rapture è il prodotto e risultato finale di tutto
questo, a dimostrazione che l’uomo non è in grado di generare la perfezione.
Mai. L’imperfezione non può che generare imperfezione. Ed è l’uomo stesso la
causa principale della propria distruzione.
John
Shirley ha fatto un lavoro eccellente, e ve lo posso assicurare, partorire un
romanzo di tale calibro dal mondo di Bioshock deve essere stato un lavoro
durissimo, oltre che carico di pressioni e responsabilità.
Imperdibile.
Votazione:
5 Cuori
Citazione:
“Sono
Andrew Ryan e sono qui per porvi una domanda: un uomo non ha diritti sul sudore
della sua fronte? No, risponde l’uomo di Washington: appartiene ai poveri. No,
dice l’uomo in Vaticano: appartiene a
Dio. No, dice l’uomo di Mosca: appartiene a tutti. Io rifiuto queste risposte,
piuttosto scelgo qualcosa di diverso, scelgo l’impossibile… scelgo… Rapture: una città dove l’artista non
debba temere la censura, dove lo scienziato non sia limitato da ridicoli
moralismi, dove il grande non sia confinato dal piccolo. E con il sudore della
vostra fronte, Rapture può diventare anche la vostra città.”
Baci
Ilaria