[Recensione] Vita degli elfi di Muriel Barbery


Buona giornata e buon fine settimana cari Lettori! Oggi parliamo del nuovo romanzo di Muriel Barbery, autrice de "L'eleganza del riccio".

Vita degli elfi è il primo romanzo di una duologia che ha per protagoniste Clara e Maria.
Maria vive in Francia, in un villaggio della Borgogna. E' arrivata in quel posto a seguito di uno strano avvenimento che gli abitanti del villaggio hanno presto catalogato come "magico" ed è stata adottata da una famiglia del luogo.
Clara invece vive in Italia, anche lei non ha famiglia, vive insieme al parroco del paese e alla sua domestica.
Le due ragazzine hanno in comune un dono: Maria riesce a comunicare con la natura mentre Clara è un genio del pianoforte e attraverso la musica riesce a vedere cose che stanno accadendo e cose che accadranno.
Maria e Clara sono il fulcro di una lotta che sta per abbattersi sulla Terra e nel mondo delle Brume, la casa degli Elfi. Questa lotta vede contrapposti ancora una volta il bene e il male e saranno proprio queste due ragazzine con i loro doni a segnarne l'esito...

Vita degli elfi è un romanzo che mi ha attirato sin da subito con la particolarità della trama e la promessa di un buon fantasy, purtroppo soffre di alcuni difetti che rendono la lettura lenta e per niente incisiva.
Clara e Maria sono due ragazzine molto particolari, entrambe sono orfane ma vivono con persone che sin da subito hanno capito quanto sono speciali. I doni che posseggono iniziano a svilupparsi sempre più, portando Maria nel mirino del nemico e Clara a Roma, dove il suo dono si svilupperà completamente sotto la direttiva del Maestro.
Mentre Maria e Clara affinano le loro capacità, anche le forze del male si muovono e preparano la prima mossa che potrebbe distruggere una delle bambine.

La storia scritta dalla Barbery aveva tutte le carte in regola per essere una bella storia, c'è un'ottima idea di base, il mondo creato dall'autrice è interessante, insomma ne sarebbe potuta uscire davvero una bella storia. Ma, e stavolta il "ma" è bello grosso, tutto viene rovinato dallo stile eccessivamente prolisso dell'autrice.
Lo stile utilizzato è molto descrittivo, ci sono pochi dialoghi, inoltre il tono è fin troppo onirico e arzigogolato. E' ovvio che uno stile corposo, ricco di metafore e bello dal punto di vista lessicale aiuti una storia ad essere migliore, ma in questo caso lo stile occupa tutto lo spazio, la storia risulta poco presente e sviluppata a favore invece di infinite metafore e riflessioni sulla natura che distolgono l'attenzione del lettore dalla trama e non fanno altro che annoiare.

I personaggi, incluse le protagoniste, sono caratterizzati in maniera blanda, e nonostante la storia sia comunque intrigante, essa perde il suo fascino a causa di uno stile che è fine a sè stesso e poco contribuisce alla vicenda nel suo insieme.
Proprio per questo la lettura procede a rilento e non riesce ad emozionare nè ad arrivare al cuore del lettore.

A questo punto non so se leggerò il seguito della storia, l'ho trovata davvero poco fantasy e troppo filosofeggiante. In realtà non sono riuscita bene a capire dove l'autrice volesse andare a parare! L'argomento trattato mi piaceva e mi piace, il fantasy è un po' il genere che leggo quando ho voglia di sentirmi a casa, e ho trovato anche alcune parti interessanti, sempre dal punto di vista della trama, purtroppo però questo libro non mi ha dato molto emozionalmente parlando, quindi non mi sento di consigliarvelo. Buona lettura!

"Ricordati dei racconti. Sono l'intelligenza del mondo, di questo e di tutti gli altri."

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