Una distopia cruda e violenta, una storia tutta al femminile.
Ragazze elettriche è una distopia che racconta un futuro in cui le donne hanno sviluppato un potere particolare: sono capaci di generare energia elettrica e di usarla per difendersi. Divenute vere e proprie dominatrici di un nuovo mondo in cui per la prima volta al vertice del potere ci sono loro, le donne dimostrano di non essere migliori degli uomini. Adesso ad essere giudicati, maltrattati, picchiati e addirittura violentati sono gli uomini mentre le donne, avvelenate dal potere, si dimostrano incapaci di mostrare misericordia.
Questo romanzo, ambientato in un futuro tetro e violento, mette al centro della scena una questione di estrema attualità: come il potere, in tutte le sue forme, riesca a corrompere anche il più puro degli animi.
Il mondo è diventato l'opposto di quel che era: le donne hanno conquistato il potere e hanno assoggettato gli uomini, da vittime sono diventate carnefici e sopratutto non hanno saputo mostrarsi migliori dei loro predecessori. Adesso sono gli uomini a vivere nel terrore di essere aggrediti mentre le donne hanno conquistato i posti da leader di questa nuova società.
Lo stile della Alderman è motlo diretto, con pochi fronzoli ed estremamente crudo e realistico. La narrazione ha un bel ritmo che si divide nei vari periodi che hanno seguito il manifestarsi delle nuove capacità delle donne di tutto il mondo.
La storia è un mix ben riuscito tra distopia, fantascienza e anche una bella fetta di attualità. In un periodo in cui sembra che la violenza sulle donne sia un problema sempre più presente, la Alderman ci fa riflettere su quello che potrebbe succedere all'opposto. La parte più bella del romanzo è sicuramente la riflessione sul potere e sull'influenza negativa che riesce ad avere su chiunque. La sua influenza corruttrice determina la rovina di una società matriarcale che avrebbe potuto dimostrare la sua superiorità ma che alla fine, per abuso di potere, è diventata uguale se non peggiore della precedente società patriarcale.
Una distopia cruda e violenta, una storia al femminile che ci mostra quanto sia semplice lasciarsi corrompere e diventare quello che mai si sarebbe pensato di poter diventare. Buona lettura!
Questo romanzo, ambientato in un futuro tetro e violento, mette al centro della scena una questione di estrema attualità: come il potere, in tutte le sue forme, riesca a corrompere anche il più puro degli animi.
Il mondo è diventato l'opposto di quel che era: le donne hanno conquistato il potere e hanno assoggettato gli uomini, da vittime sono diventate carnefici e sopratutto non hanno saputo mostrarsi migliori dei loro predecessori. Adesso sono gli uomini a vivere nel terrore di essere aggrediti mentre le donne hanno conquistato i posti da leader di questa nuova società.
Lo stile della Alderman è motlo diretto, con pochi fronzoli ed estremamente crudo e realistico. La narrazione ha un bel ritmo che si divide nei vari periodi che hanno seguito il manifestarsi delle nuove capacità delle donne di tutto il mondo.
La storia è un mix ben riuscito tra distopia, fantascienza e anche una bella fetta di attualità. In un periodo in cui sembra che la violenza sulle donne sia un problema sempre più presente, la Alderman ci fa riflettere su quello che potrebbe succedere all'opposto. La parte più bella del romanzo è sicuramente la riflessione sul potere e sull'influenza negativa che riesce ad avere su chiunque. La sua influenza corruttrice determina la rovina di una società matriarcale che avrebbe potuto dimostrare la sua superiorità ma che alla fine, per abuso di potere, è diventata uguale se non peggiore della precedente società patriarcale.
Una distopia cruda e violenta, una storia al femminile che ci mostra quanto sia semplice lasciarsi corrompere e diventare quello che mai si sarebbe pensato di poter diventare. Buona lettura!
"Si può richiamare indietro un fulmine? E' forse possibile farlo rientrare nella mano?"