Recensione: Un consapevole impossibile amore di Maria Rosaria Bianchi

Buona Domenica cari Lettori!
Oggi per voi la Recensione di un breve Saggio molto interessante...

La legge del 1978 ha disposto la chiusura dei manicomi civili lasciando in attività i manicomi criminali, denominati dal 1975 Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG).
Nati nel 1876, gli OPG ancora “resistono” con il loro carico di umanità dolente.
Scritto da una psichiatra che ha lavorato ad Aversa, primo manicomio criminale d’Italia, il libro racconta una storia vera di amore e politica come ideale. Svela con garbo l’indicibile e ci interroga tutti come società civile sugli scenari che il futuro riserva agli internati che ancora abitano i vecchi istituti.
Per la nuova legge gli OPG cessano di esistere entro aprile 2014. Sarà vero?


Maria Rosaria Bianchi è medico psichiatra psicoterapeuta in Roma. Ha lavorato per cinque anni nei centri territoriali per la Salute mentale del Lazio ed è stata per dieci anni dirigente medico psichiatra di Ospedale Psichiatrico Giudiziario per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. È autrice di articoli e saggi sulla storia della Psichiatria, con particolare riferimento alla storia manicomiale italiana.





Un consapevole impossibile amore fa luce su un altro grave problema che in Italia viene costantemente ignorato: il dibattito su chi tra Diritto e Psichiatria debba occuparsi dei famigerati OPG, gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, che in base alla Legge n. 9 del 17 Febbraio 2012 dovevano essere chiusi entro e non oltre il 31 Marzo 2013.
Ma con il Decreto Legge n.24 del 25 Marzo 2013 è stata concessa una proroga, stabilendo come data ultima di chiusura il 1 Aprile 2014...Quello che a questo punto ci si chiede è: Sarà vero?

Maria Rosaria Bianchi, che ha lavorato presso il Manicomio criminale di Aversa, tenta di spiegare a fondo il concetto nel suo breve libro, un libro caratterizzato da una prosa elegante e che narra nei minimi particolari i fatti relativi alla gestione di questi centri.
Lavorando in questo centro, l'autrice si fa portavoce di quello che alla fine degli anni 90 sembrava un progetto che presto si sarebbe attuato: il passaggio della gestione degli OPG dal Sistema Sanitario Penitenziario al Sistema Sanitario Nazionale, dove era giusto che fosse collocato...

In quella situazione curare significava non condannare, ma prendere in considerazione, offrire delle possibilità...

Siamo ormai nel 2014 e questo spostamento non è ancora stato fatto, nonostante gli innumerevoli sforzi fatti dai professionisti del settore che hanno combattuto e continuano a combattere affinchè questo progetto sia portato avanti...
Mi è piaciuto moltissimo leggere questo breve saggio, l'ho trovato interessante ed estremamente affascinante!
Ho apprezzato il modo in cui l'autrice ha descritto i fatti, non limitandosi a dare un parere "professionale" dell'argomento, ma sopratutto a far trasparire il suo pensiero quale essere umano!

Riflettevo sul fatto che il medico non deve sentirsi inutile, ma deve fare di tutto per diventarlo...

 Leggendo questo piccolo scritto si conoscono anche brevi storie degli internati in questi centri, persone che non hanno la possibilità di essere reinserite nella società, perchè la gestione dei Centri è lasciata al caso e le autorità che dovrebbero interessarsene se ne lavano le mani...
Trovo che leggere questo saggio sia utile per ognuno di noi, per comprendere o almeno tentare di comprendere situazioni che ci sono poco chiare o di cui non sappiamo nulla e riflettere sulla nostra società per tentare di migliorarla!



5 Fenici

Baci...

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