[Recensione] Saigon e così sia di Oriana Fallaci


Buona giornata cari Lettori e buon inizio settimana! Dal pacco Libraccio arrivatomi la settimana scorsa sono usciti ben 5 libri. Tra i cinque ovviamente non poteva mancare un altro romanzo della Fallaci, il progetto va avanti!

Saigon e così sia è il seguito naturale di Niente e così sia. La Fallaci torna a parlare del Vietnam e della guerra, il libro raccoglie infatti le testimonianze delle esperienze che la Fallaci visse nel Vietnam del Nord e in Cambogia, incluse molte interviste a generali e prigionieri.
Mentre in Niente e così sia Oriana si trovò faccia a faccia col Sud e le sue tradizioni e con la presenza fissa degli americani, adesso viaggia verso il Nord e successivamente verso la Cambogia, raccontando aneddoti, esperienze e incontri, andando a completare il quadro della guerra del Vietnam vista attraverso i suoi occhi.

Niente e così sia era il libro della denuncia, il racconto delle atrocità perpetrate durante una delle più sanguinose e inutili guerre che siano mai state combattute. Saigon e così sia è il libro della disillusione, il libro che racconta l'altro lato della medaglia della guerra.
Il romanzo è diviso in varie sezioni, inizialmente seguiamo Oriana durante il viaggio nel nord del Vietnam, poi insieme a lei ci spostiamo in Cambogia, improvvisamente diventata parte della guerra, infine torniamo a Saigon per assistere alla sua disfatta.

In una sorta di diario che racconta in maniera dettagliata ogni passo compiuto da Oriana nel Nord del Vietnam, abbiamo l'opportunità di conoscere meglio le persone e l'ideologia che caratterizzavano il Nord. Mentre in Niente e così sia abbiamo letto del Sud e dell'intervento americano, adesso ci troviamo faccia a faccia con i vietcong e col comunismo. Ben presto Oriana realizza che il Nord Vietnam che è stato tanto idealizzato, di cui tanto si è parlato, non è il luogo che si aspettava.

Hanoi e tutti i luoghi che visita sembrano vuoti, deserti. Le persone che incontra sono tutte uguali, tutte fredde e indifferenti allo stesso modo, l'unica cosa che conta è quello in cui credono e in ogni occasione, in ogni conversazione, lo ribadiscono eleggendo l'ideologia in cui credono ad unica ragione di vita. Oriana inizia a capire che è stata tutta un'illusione, che entrambe le parti hanno le loro colpe, che nessuno dei contendenti è realmente innocente, la speranza non sta nè da una parte nè dall'altra.

Credo sia davvero superfluo parlare ancora dello stile e della bravura della Fallaci, ormai sono al settimo libro di quest'autrice e ogni volta non riesco a fare a meno di ammirane il coraggio, la forza e l'intelligenza. E' vero che non sempre si è d'accordo col suo pensiero, ma come si fa a non ammirarla? Quello che emerge da questo diario, oltre a volti e voci che restano indelebili nella memoria, è l'inutilità di una guerra che ha fatto milioni di vittime, che ha distrutto un paese intero e alla fine non è servita a niente. Citando le sue parole concludiamo così: "E' stata, è, una Hiroshima senza fine; per arrivare a una fine senza fine." Buona lettura!

"Quando una guerra continua anni e anni...si dimentica perfino il dovere. E non si può continuare così, non si può continuare sempre a combattere, a soffrire, a scappare, a morire. C'è un momento in cui si pensa: basta. C'è un giorno in cui si dice: mi arrendo. Perchè un uomo è soltanto un uomo, e non si può chiedere a un uomo d'essere più che un uomo."

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