Taras ed Eleide si conoscono per un fortuito caso del destino, apparentemente, ma in realtà il loro incontro era inevitabile, scritto nel sangue di Eleide e nella sua dinastia. Lei non è una serva comune, ma discende da una stirpe di donne con il dono della preveggenza, sulle quali grava una terribile maledizione vecchia di secoli: è già scritto che tutte le discendenti delle veggenti di Samonia debbano vedere morire tra atroci sofferenze l’uomo che amano, senza poter far nulla per impedirlo. Taras non sa niente della maledizione de Il sacrificio degli occhi, sa solo che gli occhi di Eleide lo hanno stregato, ma non sa fino a che punto… mentre Eleide vivrà in perenne conflitto fra l’andare via per sempre, risparmiando Taras da un atroce destino, e il lasciarsi completamente andare a una storia destinata a concludersi presto e tragicamente. Il sacrificio degli occhi è una corsa contro il tempo per evitare la morte e un’avventura romantica dove odio e attrazione spesso hanno confini sottili e dove l’amore è la magia più bella di tutte.
“Si narra di un tempo in cui i popoli della Terra vivevano sottomessi da una terribile dittatura religiosa conosciuta con il nome di Vecchio Ordine. I soldati dell’Ordine, braccio armato del regno, intrapresero una spedizione verso Oriente per convertire il popolo mamutiano, considerato un’etnia di eretici, dando inizio a una lunga guerra. In quest’epoca di oppressione, tra i paesaggi sconfinati e desertici delle terre di Mamut, si racconta di un potere tramandato di madre in figlia e di un’antica leggenda chiamata Il Sacrificio degli occhi. Il mito narra che quando una donna della dinastia delle veggenti di Samonia si innamora, getta sull’uomo che ama un terribile anatema, condannandolo a morire giovane e tra atroci sofferenze. Il Sacrificio degli occhi prevede che le veggenti di Samonia siano condannate ad assistere alla morte dei loro innamorati due volte: la prima con gli occhi della mente, durante una delle loro visioni, la seconda con i loro veri occhi. Molte di queste donne maledette hanno provato nei secoli ad aggirare la maledizione allontanandosi dal soggetto dei loro sentimenti, ma invano. La profezia trova sempre un modo per ricongiungere i due amanti e infine compiersi. L’unico modo che hanno le veggenti di Samonia per spezzare la maledizione è uccidere l’uomo che amano prima che la maledizione si compia, per dargli l’onore di una morte rapida e indolore, oppure uccidere se stesse. Andando indietro nel tempo di quasi mille anni, si narra che la progenitrice delle veggenti di Samonia fosse una tale Amira, una guaritrice venuta da lontano che si diceva praticasse la magia. I suoi infusi guarirono e risollevarono gli animi di tutta la città e ben presto la donna, grazie alla fama raggiunta, divenne la guaritrice di corte. Un giorno, dopo una sanguinosa battaglia nel deserto, ebbe la sua prima visione, mentre curava un giovane soldato ferito ormai in fin di vita. Vide se stessa insieme a quell’uomo alcuni anni dopo, circondati dai loro figli, dentro la loro casa. Amira a quel punto si prostrò a terra e prego Mamut di fare avverare quella visione, in cambio lei non avrebbe mai più praticato la magia e avrebbe anche rinunciato al dono della preveggenza. Mamut l’accontentò. Il giovane soldato guarì miracolosamente nel giro di alcuni giorni e dopo pochi mesi Amira accettò di sposarlo. Passarono gli anni e Amira sentiva sempre più la mancanza dei suoi poteri, ma vi rinunciava di buon grado in cambio della felicità derivante dal suo matrimonio. Eppure un giorno il re la chiamò nelle sue stanze con urgenza. Le fu chiesto di preparare per lui un infuso d’amore, per conquistare la principessa di Saron venuta in visita nelle sue terre. Amira rifiutò e chiese di poter tornare al suo lavoro di semplice guaritrice. Il re insistette, ricordandole tutti i privilegi che le aveva concesso per i suoi servigi, la sua casa, il suo piccolo terreno... e a quel punto Amira, temendo di perdere tutto e venire esiliata, accettò. Preparò per il re il più potente dei filtri d’amore e in quel momento ebbe una visione della principessa di Saron che si introduceva di nascosto nelle stanze reali. Dopo aver compiaciuto il re tornò a casa, eccitata di aver recuperato i suoi poteri, ma temendo al tempo stesso una punizione divina per la sua audacia. Per strada notò un gran trambusto e subito un terribile presentimento, seguito da un’immagine più vivida, si palesò nella sua mente. Amira corse verso il suo sposo, agonizzante e in fin di vita, circondato da un gruppo di persone che provavano invano ad aiutarlo. La donna urlò verso il cielo e pregò Mamut di riprendersi i suoi poteri, lo scongiurò di non privarla del marito ma di colpire lei piuttosto, che era stata empia nel disobbedirgli. Ma Mamut non le concesse un’altra possibilità e l’uomo morì poche ore dopo, durante le quali soffrì enormemente senza che nessuno potesse fare nulla per curarlo. Da quel momento in poi tutte le donne della dinastia di Amira ricevettero in dono oltre al sangue anche la maledizione del Sacrificio degli occhi. L’intero Oriente conosceva questa storia e infatti le veggenti di Samonia venivano considerate da tutti come eretiche, delle streghe senza Dio, costrette a scontare in eterno una colpa non loro. Questa stirpe di donne per secoli si è sottomessa a un tragico destino di generazione in generazione, accettando la propria infelicità come pegno in cambio del dono della preveggenza, fino a che il regno di Mamut cadde sotto l’assedio del ‘Vecchio Ordine’ durante la famosa battaglia di Samonia e quando un cavaliere venuto dalla lontana Francionia varcò quelle terre maledette... “