[7°Tappa BlogTour - Intervista] I cavalieri del Nord di Matteo Strukul


Buon Pomeriggio miei cari #FeniLettori! Pochi giorni fa vi siete beccati la recensione dei Cavalieri del Nord ed ora ecco la nostra tappa con la relativa intervista a Matteo, con i luoghi, le sue esperienze e qualche foto. Speriamo possa piacervi e come sempre seguiteci e ammirate questo libro scritto davvero in maniera eccellente!!

Ci sono così tante suggestioni e idee, c’è un misticismo così vivo e vibrante in quel mondo perduto che è l’Europa Nordorientale del Tredicesimo Secolo e abbiamo così tanto da imparare dalla purezza di certi sentimenti, dall’integrità e dal coraggio, dal desiderio di combattere per difendere ciò in cui crediamo. Certo, non tutto è bianco o nero in quel mondo e, come scoprirete o avrete già scoperto, esistono zone grigie fatte di calcolo e tranello, di bugia e tradimento, di gioco sporco e di guerra sporca. Ma è pur vero che quel passato nasconde autentici tesori in termini di atmosfere e immagini, di romanticismo e gloria, e allora questa finestra su quel mondo che da oggi inauguro, mi pare un bel modo per tenere un contatto costante con voi e un modo per scambiarci idee e suggerimenti sui personaggi e le storie che stiamo imparando ad amare insieme...
F.B. Benvenuto Matteo sul nostro blog letterario “La Fenice Book”. Grazie di aver accettato la nostra intervista, ne siamo orgogliosi. Ti va di prendere un caffè con noi e parlarci un po’ di te?

Molto volentieri! Anzitutto grazie dello spazio che dedicate al mio lavoro. Per cominciare: dopo la laurea in giurisprudenza, la pratica presso uno studio legale e un dottorato di ricerca in Diritto Europeo ho capito che il mondo accademico non era il futuro che volevo. E non lo era nemmeno quello dell’avvocatura. Da sempre volevo raccontare storie. Lavorare come addetto stampa per l’editore Meridiano zero, seguendo le campagne promozionali di alcuni grandi autori americani e inglesi di noir, mi ha portato a conoscere molto bene il genere. Studiare romanzieri come James Lee Burke, Victor Gischler, Jason Starr, Davide Peace, Derek Raymond mi ha permesso di maturare una notevole preparazione nel genere crime quindi nel noir, nel thriller e nella pulp fiction. Quando poi ho fondato il movimento letterario Sugarpulp che ha preso quel tipo di storie per portarle nel mondo narrativo del Nordest italiano, ho visto la luce alla fine del tunnel. Devo tanto a Colomba Rossi e Massimo Carlotto che mi hanno permesso di pubblicare il mio primo romanzo con un editore importante come E/O per la collana Sabot/Age. La ballata di Mila, il mio esordio letterario, si è guadagnato da subito l’attenzione della critica e dei lettori e questo un po’ alla volta mi ha permesso di diventare un romanziere professionista. Se a questo aggiungi che sono un lettore compulsivo, un divoratore di serie tv, comics americani e film, be’ è chiaro che i generi si allargano, così dopo una trilogia pulp – noir dedicata alla figura della bounty hunter veneta Mila Zago, sono arrivati un thriller storico per Mondadori – La giostra dei fiori spezzati – e I cavalieri del nord per Multiplayer Edizioni.

F.B. Cosa fai nella vita? Perché hai deciso di scrivere un libro?

In parte ho risposto sopra. Sono un romanziere professionista. Scrivo per vivere e non potrei farne a meno. Quando non scrivo romanzi, leggo, quando non leggo, mi dedico al trattamento per un film o alla sceneggiatura di un fumetto. Si tratta del mio lavoro e, oggi, non riuscirei a fare qualcosa di diverso. Ritengo che affrontare linguaggi differenti mi aiuti a mantenere una certa freschezza e brillantezza in ciò che racconto e nella mia voce di autore. C’è tantissimo da imparare ma ho ottimi maestri: fra questi cito almeno Tim Willocks, romanziere e sceneggiatore cinematografico di Steven Spielberg e Gary Oldman; Victor GIschler, finalista all’Edgar Award e autore di storie per eroi Marvel come gli X-Men, Punisher e Wolverine, fra gli altri. E poi naturalmente c’è Massimo Carlotto, fra i più importanti noiristi italiani ed europei. Grazie a questo lavoro, incontro tantissimi altri professionisti. Alcuni sono diventati amici e confrontarmi con loro mi aiuta tantissimo ogni giorno, penso a Licia Troisi, Marilù Oliva, Romano de Marco, Francesca Bertuzzi, Francesco Falconi, Leonardo Patrignani, fra gli altri. Sono tutti scrittori meravigliosi che v’invito a scoprire o riscoprire.

F.B. Ieri sera ho finito di leggere “I cavalieri del Nord”, bhè devo dire che è stato un romanzo avvincente, dettagliato e ben scritto. Come mai hai pensato di ambientare il romanzo proprio in quelle terre? E perché i Cavalieri Teutoni?

I Cavalieri Teutonici erano davvero poco raccontati nella letteratura e così la Transilvania. L’ultima volta che mi era capitato di leggere di questa terra meravigliosa è stato in Dracula di Bram Stoker e nel prologo di Religion di Tim Willocks. I castelli, le chiese fortificate, i villaggi, i campi, le guglie innevare dei Carpazi: la Transilvania era una regione troppo bella per non essere raccontata e poi come narratore mi piace poter proporre al lettore avventure e atmosfere insolite e diverse. Vorrei poterlo stupire, lasciarlo a bocca aperta. Non è detto che ci riesca ma è mio preciso dovere provarci. Le croci nere, le battaglie nelle lande ghiacciate, la neve e la luna, le orde Cumane, le foreste e le gole profonde, i burroni e le albe livide: c’era una tale magia e suggestioni così belle, come potevo non scriverne? E a dire il vero credo che proprio Cavalieri Teutonici e Transilvania siano una delle parti vincenti di questo romanzo. Sono i cardini narrativi per raccontare uno spicchio di Medio Evo oscuro e cupo, ma anche irresistibile e seducente per certi aspetti. In fin dei conti sono proprio i Cavalieri Teutonici a essere disegnati in alcune delle prime copertine delle edizioni italiane del Trono di spade anzi de Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin, a dimostrazione di quanto – se mai ce ne fosse bisogno – sia potente la loro iconografia e capace di catturare la nostra attenzione.

F.B. Descrivici in maniera minuziosa tutti i luoghi e le bellezze che vi sono, hai avuto modo di vederle dal vivo durante il tuo viaggio, che impressione ti hanno fatto?

Consiglio a tutti di visitare la Transilvania. Sono stato lì a lungo e conto di tornare a viverci almeno per parte dell’anno. Il magnifico Castello di Bran, la Chiesa Nera di Brasov, le case con gli abbaini a palpebra di Sibiu e Sighisoara, il mito di Vlad l’Impalatore, la valle del Bargau dove Bram Stoker aveva ipotizzato si trovasse il maniero del Conte Vampiro, la natura selvaggia, tanto che nei boschi troverete molto facilmente orsi e lupi affamati, la coltre bianca di neve sui campi gelati e il favoloso castello di Mátyás Hunyadi a Hunedoara, per non parlare delle chiese fortificate di Viscri e Biertan: provate anche solo per un attimo a cercare le foto dei luoghi che vi ho appena nominato su Google e vedrete che meraviglie assolute e inquietanti. La Transilvania è una terra ammantata di magia e meraviglia che tutti dovrebbero assolutamente conoscere. Spero che il mio romanzo serva a incuriosire i lettori e a convincerli a recarsi nella regione più incredibile d’Europa. Non credo, sinceramente, che ci sia qualcosa di paragonabile.

F.B. I personaggi sono descritti in maniera precisa e ognuno ha un dono, anche solo caratteriale, a cosa ti sei ispirato per loro? Hai lavorato di fantasia o hai preso spunto da persone reali che hai affianco a te?

Sicuramente a livello inconscio alcune delle persone che mi sono più care hanno ispirato talune delle virtù che ho voluto dare ai miei personaggi anche a quelli meno buoni che però, con la lettura, si scopriranno avere le proprie ragioni per gli atti commessi. Nel mio romanzo troverete coraggio e sacrificio, amore e passione, tenacia e umiltà, fede e volontà e poi dolcezza, candore, sincerità e altruismo. Naturalmente non mancheranno tradimento e crudeltà, rabbia e codardia ma queste caratteristiche, qualità e sentimenti sono l’essenza della storia che rivela, un po’ alla volta, molti aspetti e elementi da romanzo di formazione. Wolf è un giovane cavaliere che scopre se stesso attraverso i propri fallimenti e le proprie conquiste. Kira si guadagnerà il riscatto attraverso l’amore, Vjsna comprenderà che il potere va gestito con giustizia e che non si può fuggire al proprio destino, Kaspar scoprirà la bellezza di imparare anche a un’età non più tenera.

F.B. Hai caratterizzato la “Madre dei Morti” come una vera cattiva (si la odio e avrei voluto ucciderla con le mie mani) e con una grande forza di volontà, perché una donna?

Sì, Vjsna ha una sua cattiveria. Ma pensa a quello che ha subito e a quanto ha sofferto. In verità è un personaggio che ho amato tantissimo e che ha ottime ragioni per essere com’è e che, a ben vedere, ha il compito di ribaltare la prospettiva. Se devo essere sincero nella seconda parte del romanzo sono arrivato quasi a tifare per lei. Vjsna ci offre un punto di vista completamente diverso, ci mostra quello che hanno fatto i Teutoni per evangelizzare le genti dell’Europa Nordorientale. Quanta violenza c’è in quello che le fanno i Cavalieri della Croce? E quanta disperazione in quel suo ruolo di cattiva, suo malgrado? Avrebbe tanto voluto essere una donna diversa. Perché una donna?  Perché ho sempre amato infinitamente i personaggi femminili: Crimilde, Clitennestra, Didone, Lady Macbeth, Milady de Winter, Lisbeth Salander, Katniss Everdeen… sono personaggi magnifici, di grandissimo impatto emotivo e dalla straordinaria complessità. Volevo personaggi del genere nel mio romanzo… ecco il perché di voler avere anche due donne fra i protagonisti. Senza di loro la storia sarebbe stata molto meno bella e avvincente.

F.B. Siamo curiosi, hai piani per il futuro? Ci sarà un seguito? Potremmo ancora leggere di Kira e Wolf?

Il seguito è affidato alle mie lettrici e i miei lettori: se diffonderete il verbo come state facendo, decretando il successo di questo romanzo e facendo capire a Multiplayer che volete rivedere i miei personaggi, il sequel ci sarà, ne sono certo. Io ho una grande voglia di far tornare i miei personaggi e ho già in mente un secondo atto che porterà un fiume di dolore e amore e atti di eroismo e compassione e gioia e melanconia e dolcezza e perdono e comprensione e crudeltà sulle pagine. Siete pronti? Ne avete voglia? Allora fatevi sentire: tempestate Multiplayer Edizioni di richieste, regalate il romanzo ad amiche e amici, allarghiamo al massimo la grande comunità di lettrici e lettori che sta amando I Cavalieri del Nord. Facciamo diventare questo titolo la nuova grande saga fantasy italiana. Ci state? Io mi affido a voi. Credo nella magia che le mie lettrici e i miei lettori possono creare. Il futuro di questa saga è nelle vostre mani. Solo così Wolf e Kira potranno tornare…

Grazie di essere stato con noi. Abbiamo amato “I cavalieri del Nord” Complimenti! Alla prossima!
Grazie infinite a te e al tuo bruciante entusiasmo, un grande abbraccio!

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