[Recensione] Stazione Undici di Emily St. John Mandel


Buona giornata cari Lettori e buon fine settimana!
Dopo giorni di litigate e di email minatorie inviate a Sda, finalmente il mio pacco Libraccio è arrivato a destinazione! 
Il primo libro che ho letto è stato Stazione Undici, un romanzo edito Bompiani che mi ha catturato fin dal primo sguardo!

Stazione Undici è un romanzo molto particolare, in bilico tra fantascienza post apocalittica e distopia.
La storia ha inizio in un teatro durante la rappresentazione del Re Lear, quando Arthur Leander, attore famoso e protagonista, muore sul palco stroncato da un infarto. Quella stessa sera il Nord America viene colpito da un'epidemia devastante, chiamata la georgiana, che decimò la quasi totalità della popolazione mondiale.
Vent'anni dopo un gruppo eterogeneo di artisti e musicisti, l'Orchestra Sinfonica Itinerante, viaggiano in quello che è rimasto del mondo, portando alle piccole comunità di sopravvissuti un barlume di speranza, sotto forma di arte e musica. Tra di loro c'è Kirsten, solo una bambina all'epoca dell'epidemia ma con un ricordo chiaro dell'ultima sera di normalità: un uomo, un attore, che muore su un palco sotto una coltre di finta neve...


Questo romanzo mi ha letteralmente chiamata sin dalla prima volta che ho letto la trama! Avevo sentito parlare molto dell'autrice e l'avevo già adocchiato in lingua originale, quindi sono stata felicissima del fatto che la Bompiani l'abbia portato qui da noi.
Il mondo non è più quello di una volta, sono passati vent'anni da quando l'epidemia di georgiana ha distrutto l'intera società. La maggior parte della popolazione è stata infettata ed è morta in breve tempo, pian piano l'intera società è collassata. L'elettricità, internet, macchine e aerei, non esiste più nulla, si è tornati ad una sorta di passato molto più spopolato e pericoloso.

E' in questo ambiente che si muove l'Orchestra Sinfonica Itinerante, che viaggia nel paese e si ferma nelle località in cui vivono le comunità di sopravvissuti per inscenare rappresentazioni teatrali e concerti. Le rappresentazioni più gettonate sono quelle di Shakespeare, Amleto, Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate, opere che per quanto datate rispecchiano quella che è diventata la società e la vita dopo l'epidemia.
Tra presente e passato si ripercorrono gli eventi che hanno portato alla fine del mondo e quelli che probabilmente porteranno alla sua rinascita...


In un perfetto mix tra distopia, sci-fi e contaminazioni post apocalittiche, l'autrice ci conduce per mano a scoprire il nuovo assetto del mondo e della società dopo la georgiana.
Lo stile della Mandel è delicato, elegante, scorrevole e molto evocativo. La narrazione ha un ritmo particolare perchè divisa tra presente e passato, tra mondo pre e post georgiana. Ci sono molti flashback nella storia, episodi che parlano della vita precedente di molti personaggi del racconto alternati a quello che avviene nel presente. L'ambientazione è degna di qualsiasi film post apocalittico, il mondo è diventato selvaggio, la tecnologia è andata perduta, si lotta per la sopravvivenza. C'è un profeta che predica che l'epidemia sia stata voluta e che i superstiti siano destinati ad essere la luce in un mondo oscuro.

Credo che l'aspetto più interessante della storia sia il fatto che nonostante tutto quello che è accaduto, nonostante il crollo di tutto ciò che era considerato normale e sicuro, in un certo senso la vita è andata avanti. Alla fine si supera tutto e lo si fa nel modo che ognuno considera più appropriato.
Come i membri dell''Orchestra Sinfonica che combattono il buio, la paura e l'incertezza che sono diventati la norma con l'arte e la cultura, con Shakespeare e le sue opere e con la musica.
E l'idea che portano in giro, il fatto che la cultura sia il motore per riprendere una vita il più normale e felice possibile, è davvero bellissima!

Nonostante un certo senso di incompletezza che pervade la storia, ma che credo sia stata una scelta voluta dall'autrice, la storia è molto bella, intrigante nella sua particolarità e dallo sviluppo inaspettato.
Ho amato ogni aspetto di questo romanzo! L'ho trovato pervaso da una malinconia e da una nostalgia delicate ma sempre presenti, sempre lì pronte a ricordare quello che è andato perduto, ma alla fine è la speranza, la voglia di rinascere e di ricostruire a vincere su tutto!

Stazione Undici narra una storia meravigliosa, unica nel suo genere, una storia che celebra la bellezza dell'arte in ogni suo aspetto! Buona lettura! 


E' da così tanto che ci siamo persi. Desideriamo solo il mondo in cui siamo nati.

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