[Recensione] Febbre di Mary Beth Keane


Buon pomeriggio cari Lettori! Oggi parliamo di una biografia romanzata molto interessante...

Febbre racconta la storia di Mary Mallon, una donna di origini irlandesi emigrata in America alla ricerca di un lavoro e di una vita migliori. Mary lavora come cuoca, la cucina è la sua passione, era una donna come tante con molti sogni che sperava di realizzare. Purtroppo non riuscì mai a realizzarli perchè alla soglia dei quarant'anni Mary venne arrestata e posta in isolamento, accusata di trasmettere il tifo. Mary è stata la prima portatrice sana di tifo ad essere individuata, non si ammalò mai ma secondo i medici trasmetteva la malattia attraverso quello che cucinava. Questa ipotesi era avvalorata dal fatto che in molte delle famiglie per cui aveva lavorato era scoppiata un'epidemia di tifo in concomitanza con il suo arrivo. Mary si dichiarò sempre innocente, tentò anche per vie legali di essere liberata, ma alla fine dovette rassegnarsi a vivere isolata in un piccolo cottage su un isola per tutta la sua vita, prigioniera di sè stessa e della malattia che portava...

Questo romanzo ripercorre tutti gli eventi principali della vita di Mary dalla cattura fino al termine della sua vita. L'autrice si concentra particolarmente sulla figura di Mary analizzata come donna, come essere umano, e su come le accuse di essere una portatrice di tifo influirono su di lei.
La storia inizia narrandoci la vita semplice che Mary conduce insieme al compagno Albert, Mary è una brava cuoca, lavora duramente e ama quello che fa. Un giorno all'improvviso viene arrestata e rinchiusa in un ospedale per malati di tubercolosi, qui viene sottoposta ad una serie di test e le viene rivelato che è una portatrice sana di tifo e che le epidemie avvenute nel corso del tempo nelle varie famiglie per cui ha lavorato sono state causate da lei.

Incredula Mary cerca in tutti i modi di smentire quelle affermazioni, tenta anche le vie legali, e alla fine riesce a tornare libera con la promessa di non cucinare più per nessuno. Ma la vita a New York è dura e Mary, convinta di non trasmettere nessuna malattia, ricomincia il suo lavoro.
La storia raccontata in questo romanzo è una storia complicata che tira in ballo l'etica e i sentimenti mettendoli a confronto. Mary trasmette il tifo quindi per la società è un pericolo e per i medici l'unica soluzione è tenerla isolata. Ma Mary è pur sempre una persona, un essere umano, quindi è giusto rinchiuderla per qualcosa a cui non tutti credono?

Lo stile del romanzo è molto scorrevole ma anche ricco e introspettivo. In una sorta di biografia l'autrice ci conduce nella vita di Mary, conosciamo i suoi sogni, le sue speranze, percepiamo le sue emozioni e capiamo come possa essersi sentita venendo accusata di essere la causa di molte morti. L'isolamento non era certo facile da sopportare, non era bello essere trattata alla stregua di una cavia da laboratorio, eppure è impossibile schierarsi del tutto dalla parte di Mary.

L'autrice ci permette di capire anche le ragioni dei medici e di chi chiedeva che Mary venisse isolata a vita. Non credo che Mary non capisse quello di cui l'accusavano, io credo che Mary in fondo sapesse ma non volesse accettare quella verità tanto crudele. Non voleva credere di essere la causa di epidemie e di morti. Purtroppo il suo comportamento dopo la momentanea liberazione costrinse i medici a rinchiuderla nuovamente e a tenerla isolata fino alla sua morte.

Mi è piaciuta molto questa biografia che fa luce su una vicenda e una persona quasi sconosciute ai più, la storia di Mary si trova in bilico tra ciò che è giusto eticamente parlando e ciò che lo è dal punto di vista dei sentimenti. Una biografia estremamente interessante che saprà emozionarvi! Buona lettura!

"Di nessuno mi dispiace come di Tobias Kirkenbauer. Quello che voglio dire adesso di quel bambino è che se esiste un paradiso, e lo incontrerò lì, spero che si ricordi di me, e corra da me, e mi perdoni."

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