[Recensione] Lo scarabocchio di Cinzia Nazzareno


Salve a tutti lettori! Oggi parliamo del nuovo romanzo di Cinzia Nazzareno. La scrittrice siciliana, dopo l'esordio de "Il sole in fondo al cuore", torna alla ribalta con nuovissimo romanzo tutto incentrato nel borgo di Olmo, in Sicilia, “Lo scarabocchio” edito sempre da Bonfirraro Editore uscito il 13 marzo 2017.

Olmo è un piccolo borgo della Sicilia degli anni ’70. Attraverso le parole di una anziana nonna entriamo dentro uno “scandalo” che destò non poche persone in quei tempi. Si parla della famiglia del bel Filippo Aletta, apparentemente felice composta dalla sua meravigliosa moglie Caterina e dai suoi molti figli. Soltanto l’ultimogenito, lo strano e tormentato Gianni detto “Genny”, desta alcune preoccupazioni, che si dimostreranno fondate portando il tormentato Filippo a prendere decisioni durissime.

Quando ho iniziato a leggere questo romanzo mi aspettavo una cosa totalmente diversa. Si nota subito la grandissima padronanza della gestione della trama e del linguaggio. La storia inizia in un modo totalmente classico e poi si intrecciano vite, sentimenti, scandali, apparenze e verità. Sono rimasta meravigliata in ogni pagina, si riesce a percepire ogni singolo dettaglio e ogni singolo particolare di tutti i personaggi e di tutti i luoghi meravigliosi (e totalmente arretrati) che vengono presentati. Siamo in una Sicilia degli anni ’70, io in prima persona sono siciliana e mi sono sentita totalmente dentro a quelle mentalità che ancora fanno parte di alcune persone qui nel mio piccolo paese. Le controversie legate alle “diversità” ci sono ancora adesso e una vicenda come quella trattata nel romanzo sicuramente desterebbe scalpore tanto quanto succede proprio nella storia.

I personaggi sono descritti in maniera meravigliosa e in ogni minimo dettaglio, ho amato tutte le descrizioni dei personaggi e della loro personalità. È intrigante il romanzo proprio per i suoi personaggi accattivanti che riesce a farti conoscere fin dal principio. Sono tutti dei personaggi a tutto tondo: sappiamo il loro passato, sappiamo cosa è successo prima del matrimonio di Caterina e Filippo, sappiamo il durante e il dopo, sappiamo di ogni figlio, sappiamo tutto della famiglia. Sapendo tutto riusciamo benissimo a capire ogni personalità ed ogni singola sfaccettatura. In questo romanzo è la storia stessa la protagonista, non c’è un vero e proprio protagonista assoluto secondo me. Ed anche se la storia parla dello scandaloso caso della povera Genny riusciamo a vedere anche il destino di altri personaggi, anzi di tutti i personaggi della famiglia.

La trama è intrecciata a dovere, il contesto in cui è inserita è calibrato alla perfezione e si inserisce sempre perfettamente in mezzo alla storia principale della famiglia Aletta. Un’altra cosa che ho notato è stata il calibrato modo dell’uso del siciliano: il dialetto tanto da me criticato nella recensione di “Se basta un fiore” di Giulia Blasi (qui la mia recensione) qui ha donato alla storia ancora più verità. Si nota anche come il siciliano è usato poco dai personaggi del presente, tranne ovviamente dalla nonna Camilla che è narratrice della storia della famiglia Aletta, ma è solo usato molto spesso da Filippo e da alcuni personaggi molto avanti con l'età quasi a sottolineare la loro mentalità. Non è usato molto ne da Genny ne dalla madre Caterina, è usato molto da Mila che è un personaggio molto controverso forse anche più dell’apparente e criticata diversità di Genny. Questa divisione mi è piaciuta molto. Il finale non te lo aspetti minimamente e tutte le scelte di ogni personaggio sono perfettamente sorprendenti. Tutto davvero meraviglioso.

Tutto nel suo complesso mi ha stupito moltissimo, lo rileggerei ancora una volta e ancora e ancora! Complimenti all'autrice, mi ha portato dentro la Sicilia che vorrei tanto cambiare e che allo stesso tempo amo così tanto.

Consigliatissimo a tutte le persone che in qualche modo, in qualunque modo si sentono legate alla Sicilia.

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