Attraverso l'analisi di figure femminili tratte dalla cultura letteraria, scientifica e spirituale, il libro riflette sullo sguardo oltre lo specchio che ciascuno dovrebbe imparare a riconoscere in sé. La visione che offriamo di noi stessi e dell'altro può generare stereotipi, soprattutto di genere, che condannano noi e la nostra cultura a dolorose discriminazioni, ma può anche insegnare a includere il sé e l'altro perché ciascuno possa avere nei fatti e non solo a parole il diritto di essere se stesso. Oltre lo specchio vuol dire, dunque, donne che si guardano, e anche uomini che guardano se stessi e le donne, provando a entrare nel loro specifico femminile senza interpretarlo alla luce delle proprie convinzioni non provate, ma alla ricerca di ciò che realmente l'altro è e di come prova a farsi spazio nella propria realtà.
Questo saggio indaga con una prospettiva del tutto nuova un tema che da sempre appassiona e divide generazioni di pensatori e studiosi. È di grande attualità per tutti, proprio mentre è in corso la riscrittura dei rapporti fra le nuove e le vecchie generazioni. Ne emerge rivisitata la funzione dell'educare e dell'educazione, pensata non più come un'azione unidirezionale che procede dagli adulti ai minori e neanche come un'ovvia interazione fra i due attori del processo educativo. La cifra, l'intuizione da cui l'autrice muove, è una inconsueta "etimologia" di educare, nella quale la centralità dell'azione diviene il "to care", il prendersi cura, l'un l'altro in un rinnovato tacito patto fra generazioni.
Esperienze di vita vissuta dimostrano che confrontare la realtà maschile e quella femminile favorisce il superamento dei reciproci stereotipi e conduce a relazioni più mature e sane, di cui si sente il bisogno soprattutto alla luce dell’attenzione mediatica oggi riservata ai terribili eventi di "strage di donne". È dunque una certezza, non un’utopia, che da un confronto privo di (pre-)giudizi di merito fra uomo e donna possa scaturire il riconoscimento delle peculiarità dell’altro come persona unica, al di là di ogni discriminazione e stereotipo di genere. Il saggio propone spunti di riflessione in questo senso, nel tentativo di incoraggiare alla ricerca del valore autentico degli uomini e delle donne con cui ciascuno di noi vive. Loredana De Vita insegna attualmente Lingua e letteratura inglese presso un liceo di Napoli. Appassionata di teatro, ha curato la sceneggiatura e la regia di numerose pièce teatrali. Tra le sue pubblicazioni, per i tipi di Armando editore: Giochiamo che ero… Conversazione con chi ama la scuola (2009), Genitori senza controllo(2010), Altro non siamo che voce (2011).