Buonasera lettori!
Buona domenica e buon Week end.
Dopo oltre un mese di assenza sul blog rieccomi per recensirvi un libro abbastanza particolare.
"Ipod a tutto volume, cappuccio calato in testa e pedalate potenti sulla bicicletta color antracite. Sette anni dopo l'attentato che ha ucciso i suoi genitori, D'Artagnan è di nuovo a Parigi con un unico obiettivo: diventare Moschettiere del Re di Francia proprio come suo padre. Certo, gli inizi nella capitale in attesa della prova di ammissione sono tutt'altro che gloriosi - un lavoro come fattorino e un divano sformato sul quale dormire. Ma i Moschettieri sono sempre pronti a prendersi cura l'uno dell'altro, e Athos, Porthos e Aramis, i giovani agenti responsabili della sicurezza della Principessa Constance, onorano il loro motto: "Tutti per uno, uno per tutti!". Quando però un attentato mette in pericolo la vita della Famiglia Reale e la Principessa viene misteriosamente rapita, toccherà a D'Artagnan dimostrare che nelle sue vene scorre sangue da vero Moschettiere..."
Come avrete capito, questo libro è una specie di rivisitazione del romanzo di Alexandre Dumas "I tre moschettieri".
E' diretto ad un pubblico più di ragazzi e per questo motivo il romanzo ha un linguaggio semplice e diretto.
I capitoli sono molto brevi, massimo di 7 pagine.
Anche se non ho letto il romanzo di Dumas sono riuscita a cogliere alcune differenze fra l'originale e la rivisitazione.
Ad esempio, come è già visibile dalla trama, Costance, che nel romanzo originale non è una nobile,in questo libro è la figlia del re.
Il personaggio di Milady è completamente diverso: nell'originale è una nobildonna, mentre in questo libro è un ex moschettiere.
Questo libro mi è piaciuto, però credo sia più per un pubblico di ragazzini che per un pubblico di adolescenti e di adulti.
Non lo dico tanto per il linguaggio,ma più che altro per lo svolgimento della storia.
Va sempre tutto bene.
SEMPRE.
Anche se il danno è irreparabile in qualche modo andrà sempre tutto bene.
Andando avanti con il libro, ho smesso persino di agitarmi quando i personaggi erano in pericolo o roba del genere, perché comunque sapevo che, alla fine, sarebbe andato tutto bene.
"Me la sono sempre cavata da solo. Non ho bisogno di nessuno, io!
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno."