[Recensione] Ultima fermata: Auschwitz di Frediano Sessi


Buona giornata cari lettori! Oggi torniamo a parlare di Shoah con un libro per ragazzi edito Einaudi.

Ultima fermata: Auschwitz è il diario del giovane Arturo Finzi, un ragazzo italiano ed ebreo che pian piano si vede privato dei suoi diritti. Siamo nel 1938 e il fascismo vara le leggi razziali, per gli ebrei inizia un periodo difficile, un periodo di persecuzione e di difficoltà.
Arturo e la sua famiglia, dopo aver perso tutto quello che avevano, sono costretti a trasferirsi a Roma e nel 1943 vengono deportati ad Auschwitz da cui non faranno più ritorno.
Arturo non è un personaggio realmente esistito, ma in lui possiamo rivedere il dramma vissuto da tanti ragazzi che come lui persero tutto a causa di un pregiudizio e di un odio insensato.


Questo breve diario racconta una storia dolorosa, come tutte le storie legate alla Shoah. In questo caso forse la storia è ancor più dura da digerire perchè a raccontarla è un ragazzino. Arturo è italiano e cattolico, nonostante Arturo abbia solo i nonni ebrei, la sua famiglia subisce le leggi razziali. Iniziano a perdere i diritti fondamentali, gli viene tolto tutto quello che hanno e sono costretti a lasciare la loro casa. In ultimo vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz dove moriranno.

La storia di Arturo è la storia di migliaia di giovani che da un giorno all'altro videro tutto il loro mondo distrutto. Attraverso le parole di Arturo conosciamo il dolore, la perdita, la rassegnazione, ma comunque la voglia di vivere e di sognare un futuro migliore.
Lo stile del romanzo è semplice, senza troppi fronzoli, particolarmente adatto ai lettori più giovani. La storia si lascia leggere molto velocemente e lascia un'impronta profonda.

Storie come questa ci aiutano a ricordare, ed è nostro dovere ricordare e provare almeno a impedire che una cosa del genere accada di nuovo.
Una lettura breve ma intensa adatta anche ai più giovani. Buona lettura!

"Sia un tuo imperativo capire e ricordare. Non serve piangere e disperarsi, ma una sola promessa: che quanto è accaduto a noi non accada mai più a nessuno sulla faccia della terra."

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