Parlare di storie come quella di Avesta non è mai semplice, come non è semplice leggerle. La sua storia è quella di un popolo intero in lotta per la sua libertà.
Filiz, poi diventata
Avesta, cresce in un piccolo villaggio curdo abbarbicato sulle montagne. Cresce sapendo che il suo viene considerato dai turchi un non popolo, cresce col divieto di parlare la sua lingua e alla fine dopo anni di ingiustizie e crudeltà a cui ha assistito conosce il
Pkk a cui si associa a soli 15 anni. Filiz diventa Avesta, diventa una guerrigliera, una comandante, una donna che lotta per la libertà, quella libertà che al suo popolo è stata negata.
Avevo sentito parlare della storia di Avesta e delle altre donne curde impegnate nella lotta contro l'Isis.
Leggere questo libro è stato come fare un viaggio nella vita di Avesta, un po' conoscerla e capire cosa la spingeva a non arrendersi mai e a continuare a lottare nonostante tutto. Marco Rovelli ha avuto l'opportunità di intervistarla, questo romanzo è una sorta di memoriale, qualcosa che ci aiuti a non dimenticare il coraggio di queste donne.
Nella storia di Avesta c'è la storia dei combattenti curdi, di questi uomini che vivono sulle montagne in isolamento, dei moderni partigiani armati non solo di quelle armi che tutti possono imbracciare, ma armati di una filosofia di vita, armati di libri che nascondono nelle loro grotte. Attraverso le pagine di questo romanzo ho fatto un viaggio, ho visitato dei luoghi magici e ho capito qualcosa in più della storia e della cultura curda.
Non è una lettura semplice nè da affrontare con leggerezza, ma specialmente in tempi come quelli che stiamo vivendo, è una lettura che va fatta per comprendere una realtà che è tanto diversa dalla nostra.
Il coraggio, la tenacia e la forza di Avesta bucano le pagine proprio come i suoi occhi che raccontano di quella voglia di rivalsa e di libertà per la quale ha vissuto e combattuto. Buona lettura!