Buona giornata cari Lettori! Come state? Oggi torniamo a parlare dell'Iperborea con uno degli ultimi libri che hanno pubblicato. A proposito, avete visto le nuovissime edizioni della Collana Luci? Sono meravigliose! Comunque, bando alle chiacchiere, e passiamo alla recensione.
Cerchi infiniti è un romanzo che mi ha attirato sin dal primo momento in cui l'ho visto. Si tratta di una raccolta di racconti di viaggio dedicati al
Giappone. L'autore nel corso degli anni ha più volte visitato il Giappone, questo paese tanto lontano da noi, sia letteralmente che culturalmente parlando. Oltre ad illustrare luoghi e vicende legate al viaggio vero e proprio,
Nooteboom si concentra spesso anche sulle differenze abissali tra la cultura europea e quella giapponese, sul sentirsi costantemente un estraneo nel paese del Sol levante. Con occhio attento, l'autore ci trascina in un viaggio lungo 40 anni che, oltre ad avvicinarci ad una cultura che fino in fondo forse non capiremo mai, ci fa riflettere sul significato stesso del viaggio.
L'Iperborea per me è una sorta di garanzia, le sue pubblicazioni sono sempre interessanti e di un certo livello. Cerchi infiniti non fa eccezione, è un libro meraviglioso, poetico e ricco di spunti interessanti. Oltre ad essere un diario di viaggio e a raccontare quindi il Giappone attraverso gli occhi di
Nooteboom, il libro contiene anche numerose riflessioni sul tema del viaggio in sè e sulle ripercussioni che ha sull'animo umano.
Attraverso uno stile poetico, molto elegante ed estremamente evocativo, l'autore ci trasporta con le sue parole in uno dei paesi più affascinanti del mondo: il Giappone, terra ricca di storia e di cultura, ma anche di contraddizioni, quelle contraddizioni che Nooteboom stesso avverte durante i suoi viaggi e che poi tenta di raccontarci. Principalmente, da lettore appassionato dei più famosi romanzi giapponesi da
Shonagon a
Shikibu, Nooteboom sente forte la profonda differenza tra il Giappone di un tempo e quello moderno.
Allo stesso tempo però durante il viaggio si rende conto che quelle tradizioni, quella società tanto particolare descritta da
Shonagon, ha fatto da base alla nascita del Giappone moderno. Così i viaggi si sviluppano in bilico costante tra passato e presente, da
Kyoto a
Nara, dalla metropoli alle campagne, dai grattacieli al teatro kabuki.
Insieme all'autore ci immergiamo totalmente nella cultura giapponese, in una cultura che mai smetterà di affascinarci ma che per noi occidentali forse resterà sempre troppo lontana e misteriosa. Ho trovato questo libro davvero meraviglioso, ho amato ogni singola parola e ancor di più ho apprezzato le riflessioni sul viaggiare. Il viaggio è sempre arricchimento, confrontarsi con altre culture e con persone che vivono una vita e che hanno un passato tanto diverso dal nostro, non può farci che bene.
Questo ci trasmette Nooteboom, ad aprirci al mondo, ad abbandonare momentaneamente quello che crediamo di essere e a metterci in gioco confrontandoci con il diverso, "soltanto allora sei stato veramente via, così altrove da essere forse diventato un altro". Buona lettura!
"E' nei luoghi di cui ignoravi perfino l'esistenza che finisci per essere più felice."