[Anteprime Edizioni E/O] L'accalappiatopi di Marina Cvetaeva - Si fermi qui di Iain Levison - Quella che vi pare di Camille Laurens


Pagine: 336  Prezzo: € 18,00
Data di uscita: 6 Luglio 2017
Il tema nordico del Pifferaio magico è il pretesto che la grande poeta russa coglie per orchestrare le aspre dissonanze di una “satira lirica” contro il filisteismo. L’Accalappiatopi esprime l’antinomia fondamentale della poetica di Marina Cvetaeva: il conflitto tra l’Anima-Poesia e il corpo, ovvero il quotidiano, che esige dal poeta la resa assoluta. Composto negli anni dell’emigrazione fra Praga e Parigi, L’Accalappiatopi è l’ultimo poema di Marina Cvetaeva ispirato a un motivo del folclore, la leggenda del Pifferaio magico. Ammaliati dal suono del flauto – seduzione femminile della Musica – i topi sognano di una rivoluzione mondiale in un’India favolosa. Seguono il Pifferaio incantati da miraggi d’Oriente. Incalzante il ritmo del flauto e dell’intero poema, musica demònica che conduce alla morte non-morte nel regno della libertà. L’originale interpretazione della fiaba vuole che i topi siano salvati dall’imborghesimento e i bambini di Hameln sottratti per sempre all’orrore della ripetizione. Il loro esodo verso una terra promessa, Paradiso della Poesia, Eden e Sesamo, avviene in un tripudio di azzurro, mitico colore dell’Anima romantica.
Il tema nordico del Pifferaio magico è il pretesto che Marina Cvetaeva coglie per orchestrare le aspre dissonanze di una “satira lirica” contro il filisteismo. L’Accalappiatopi esprime l’antinomia fondamentale della sua poetica: il conflitto tra l’Anima-Poesia e il corpo, ovvero il quotidiano, che esige dal poeta la resa assoluta. Così avvenne per Majakovskij, per Cvetaeva, Esenin, poeti “dissipati”dalla propria generazione. Lo scontro si dinamizza nel tessuto poetico, dispiegato lungo un ampio registro, che alterna toni alti e bassi, dizione biblica e modi colloquiali o gergali.
Marina Ivanovna Cvetaeva nasce il 26 settembre 1892 a Mosca, dove il padre fonda nel 1912 il Museo di arti figurative. La madre, brillante pianista, trasfonde nella figlia il culto della musica, dominante nella sonorità della sua poesia che si afferma presto come una delle più alte e originali del Novecento russo. Nel 1912 sposa Sergej Ėfron. Tra il 1917 e il 1920 patisce gli stenti della guerra civile, isolata a Mosca insieme alle figlie, Ariadna (Alja) e Irina, che morirà di fame in un asilo di Stato, mentre il marito milita nelle fila della Guardia Bianca. Tra il 1922 e il 1927 pubblica la maggior parte della sua opera, che comprende liriche, poemi, testi teatrali, prosa. Nel 1923 raggiunge il marito a Praga, dove nasce il terzo figlio, Georgij (Mur). Trasferitasi nel 1925 a Parigi con la famiglia, vi conosce isolamento e cupa povertà. Nel 1926 intreccia un vertiginoso rapporto epistolare con Pasternak, suo “pari” per forza poetica, e Rilke, “Orfeo germanico”. Nel 1937 marito e figlia rientrano in URSS, dove Cvetaeva li raggiunge nel 1939 con Mur. Sergej Ėfron viene arrestato e fucilato, Alja inviata al confino interno. Allo scoppio della guerra, ripara nella cittadina tatara di Elabuga. Qui, assediata da abbandono e somma indigenza, si toglie la vita il 31 agosto 1941.

Pagine: 208  Prezzo: € 17,00
Data di uscita: 6 Luglio 2017
Jeffrey Sutton è un tassista di mezz’età, single, che coltiva progetti e spera di costruirsi un futuro migliore. In un tranquillo giorno di riposo, senza alcun preavviso, viene arrestato a casa sua e accusato di aver rapito (e probabilmente ucciso) una ragazzina di dodici anni. Le prove contro di lui sono poche e deboli, eppure questo non ferma la polizia, decisa a trovare un colpevole e pronta a ignorare altre piste. Rinchiuso in una cella del braccio della morte, attende il giorno del processo con la sola compagnia di un altro detenuto, un serial killer cinico e dall’umorismo tagliente. Assistito da un avvocato incompetente, il suo destino sembra ormai segnato. Con sguardo distaccato e insieme ironico, Jeffrey descrive le assurdità della situazione in cui si trova mentre assiste impotente alla distruzione della sua immagine pubblica e della sua vita, un pezzo alla volta. Ossessionato dalla scoperta che la realtà non è affatto come i polizieschi che ha visto in tv, finisce nel tritacarne kafkiano degli abusi di potere, di un sistema giudiziario fallace e dell’accanimento dei media.
Iain Levison è nato in Scozia nel 1963, ha vissuto a lungo negli Stati Uniti e attualmente risiede in Cina, dove insegna. Autore di numerosi romanzi di successo in Francia, nel 2008 ha vinto il Clarion Award per una serie di articoli pubblicati sulla rivista Philadelphia.
Pagine: 160  Prezzo: € 16,50
Data di uscita: 6 Luglio 2017
L’amore è desiderio, ma il desiderio è amore? Per capirlo bisogna leggere questo romanzo, letteralmente caleidoscopico, che racconta una storia in apparenza piuttosto banale: la passione di una bella cinquantenne, che si sente un po’ sul viale del tramonto, per un uomo più giovane di lei, che se ne approfitta e la fa soffrire. Una passione nata e coltivata su Facebook in un intrico di false identità e messaggi trasversali. Un rapporto virtuale, quindi deforme, che a un certo punto approda alla realtà e ha la sorpresa di trovarla ancora più deforme. Ma chi è la protagonista, chi è la bella signora bionda che perde la testa per l’aitante e sprezzante Chris? È Claire Millecam, ex attrice internata in un ospedale psichiatrico proprio in seguito a quello sfortunato amore? È Claire Antunès, la bruna e malinconica venticinquenne che esiste solo in forma di avatar, ma non per questo rinuncia a fare strage di cuori? È Camille, che si serve della disavventura di Claire (ma quale delle due?) per farne la trama di un romanzo? Quale è vera e quale è finta? Quella che credete, giustappunto. Come nel Rashomon di Kurosawa, la stessa storia si dipana attraverso tre punti di vista diversi e sovrapposti, e ogni versione completa le altre due.
Camille Laurens è nata a Digione nel 1957. Professoressa di lettere, ha insegnato a Rouen e in Marocco per oltre dodici anni. Autrice di numerose opere, ha esordito con il romanzo autobiografico Philippe. Tra le braccia sue (Einaudi 2001) ha vinto i prestigiosi premi Femina e Renaudot.

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