Buon pomeriggio cari lettori! Questo fine settimana sarò di nuovo giù per sbrigare delle commissioni e ne approfitterò per passare il weekend con le mie amiche. Prima di andare a preparare la valigia, voglio parlarvi della mia ultima lettura.
Lessico famigliare racconta la storia della famiglia
Levi, una famiglia ebraica e antifascista torinese. La storia ripercorre un periodo che va dagli anni '30 agli anni 50' del Novecento e segue le vicissitudini di questa famiglia durante il periodo fascista. La particolarità di questo romanzo sta nel modo in cui l'autrice ha deciso di raccontarci la storia, e cioè attraverso il lessico utilizzato nella sua famiglia. Sono parole, frasi, modi di dire ed espressioni gergali a tenere il filo del racconto e a svelare pian piano la storia della famiglia Levi.
Questo romanzo rappresenta il mio primo approccio con la
Ginzburg, scrittrice italiana diventata uno dei simboli della letteratura italiana del Novecento. Ho scelto di iniziare con
Lessico famigliare perchè ero convinta che la storia fosse molto nelle mie corde; si parla di un periodo storico che mi interessa molto ed è una storia familiare, quindi c'erano tutte le basi perchè mi piacesse. In effetti così è stato, questo romanzo mi ha profondamente colpita per il modo particolare in cui la storia viene raccontata.
Il romanzo si apre tra gli anni '30 e '40 e veniamo immediatamente introdotti nella vita di
Casa Levi. A raccontare la storia è la più piccola della famiglia,
Natalia, che attraverso il suo sguardo e le sue parole ci narra dei vari componenti del cerchio familiare partendo dalle espressioni e dalle frasi che nel corso del tempo li hanno caratterizzati. Ci troviamo a
Torino in un periodo storico che si fa sempre più turbolento, il fascismo ottiene sempre più consensi e i Levi, ebrei e antifascisti, si trovano in minoranza rispetto all'opinione comune.
Nel corso degli anni assisteremo a ribellioni, discussioni, comparse di vari personaggi importanti a livello storico, a matrimoni e funerali, a litigi e a fughe dovute alla persecuzione. Il tutto narrato da
Natalia, le cui parole crescono insieme a lei tracciando un quadro preciso della situazione politica e storica italiana del tempo.
Ho adorato lo stile della Ginzburg, l'ho trovato scorrevole, divertente e ironico, ma anche elegante e delicato. La narrazione è molto particolare perchè lo stile narrativo matura man mano che la narratrice della storia, Natalia, cresce. Questo sviluppo fisico, psicologico e anche stilistico, scandisce il racconto.
L'idea di raccontare la storia della sua famiglia attraverso le espressioni idiomatiche che hanno caratterizzato la sua infanzia e la sua giovinezza è davvero molto bella e interessante. Ogni personaggio viene distinto in base a frasi, parole e altre espressioni. La storia è ricca di personaggi, oltre a tutto il nucleo familiare dei Levi, composto da personaggi molto diversi per carattere e modo di agire, ci sono anche molti altri personaggi di cui abbiamo letto nei libri di storia come
Pavese,
Balbo,
Turati e così via. Personaggi che passano per la casa dei Levi lasciando un segno nella piccola Natalia.
Altro elemento particolare è che la Ginzburg racconta la storia della sua famiglia in modo abbastanza impersonale. Nonostante sia parte integrante di quella famiglia, i suoi racconti sembrano arrivare dall'esterno, da un elemento al di fuori del nucleo familiare che osserva e racconta. Nonostante ciò io ho trovato questo romanzo estremamente coinvolgente e appassionante. Ho amato i racconti della famiglia Levi, ho amato leggere di questa famiglia così particolare ma allo stesso tempo simile a tante altre famiglie in cui l'amore e la comprensione restano l'elemento principale.
Se non l'avete ancora fatto, leggete la Ginzburg e immergetevi nella meravigliosa storia della sua famiglia! Buona lettura!
"Basta fra noi una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte,nel tempo della nostra infanzia. Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio d'una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d'un nucleo vitale che ha cessato d'esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare."