Buongiorno miei cari. Iniziamo questo giovedì con un libro che ho concluso ieri sera "La Signora delle Camelie" scritto da Alexandre Dumas figlio. Naturalmente questa sarà la mia opinione e di certo non andrà ad intaccare le sorti che questo romanzo ha e si è creato.
Per me, è stato un romanzo abbastanza ambiguo, a tratti mi è piaciuto a tratti no, e vi spiego perché. Nonostante sia un romanzo storico, ambientato in epoca non nostra (e io adoro questo genere) sembra quasi come se l'epoca di appartenenza non fosse propria. La Signora delle Camelie sarebbe una donnina eccentrica, libertina e bella che ama le Camelie, da lì l'appellativo "La Signora delle Camelie". Questo libro, si narra, sia stato scritto da Dumas, ispirato dalla sua amante e in effetti ella stessa è una "prostituta" se vogliamo chiamarla con il nome consono .
Lo scrittore ha una penna pesante, molto marcata e la descrizione dei personaggi è ambigua, cerca di dargli un impronta piuttosto solida ma non ci riesce . L'immaturità della scrittura dei suoi 24 anni si denota.
Margherita Gautier, la protagonista è strana, molto sulle sue, egocentrica e egoista in un primo tempo, ha più amanti lei che tante altre donne, è bella spudorata e schiva. Quando ella non sa di essere malata, sarà l'eccentricità in persona e riderà di chiunque le si avvicini ma purtroppo per lei si innamorerà di un uomo . Buono, talmente buono che le farà da schiavo, l'amore non vede al di là del proprio naso. Lo tratterà malissimo, il modo di gestire la questione in effetti non mi è piaciuto affatto. I discorsi e gli ordini della donna sono sterili e freddi.
Il tempo passerà e l'uomo diventerà una sorta di tappetino. Marguerite lo vorrà come suo amante. Il motivo si sa,che lei è malata e la volta che cadrà negli influssi della malattia l'uomo le starà al fianco e si preoccuperà per ella, da allora lo sceglierà come la povera anima che le deve stare accanto ma lei è volubile, indecisa, piena di debiti e stracolma di sensi di colpa. Una donna che per sopravvivere ha dovuto darsi da fare in qualsiasi maniera. La vita non è stata magnanima con lei ma per vivere da REGINE bisogna pagare un prezzo, ed ella lo pagherà profondamente ed in maniera crudele .
Bhè alcune frasi di Dumas sono sensibili, tenere e importanti, ha voluto davvero lasciarci una morale. Un inno al vero amore, alla malattia, ai veri valori della vita e dell'amicizia. Il suo modo di scrivere, come ho detto, non è del tutto lineare ma freddo, almeno per i tratti di Marguerite, anche quando si concede completamente a lui, dopo essersi pentita e dopo che la malattia la rende schiava.
Tutto sembra presagire un amore semplice e alla fine per sei mesi lo sarà ma lei non è destinata a questo e Dumas la fa diventare buona, altruista e innamorata. Lo lascia per volere del padre, tutti crismi contrapposti a ogni regola a ogni situazione, a ogni amore ma io credo che in fin dei conti sia anche una maniera per Marguerite di salvarsi la pelle dai creditori, che alla fine banchetteranno sul suo cadavere.
Un romanzo che ti lascia l'amaro in bocca, con un truce destino negli occhi. Buona Lettura!