Da “LA STRATEGA ANNO DOMINI 11642” di Giovanna Barbieri
Grazie a Dio, alcuni istanti più tardi, il paladino emise un colpo di tosse e vomitò l’acqua che aveva bevuto. Infine, traendo un profondo respiro, si girò a osservarla. L'uomo le sorrise: aveva splendidi e maliziosi occhi chiari da gatto siamese e folti ricci scuri. Un pizzetto altrettanto scuro gli ricopriva il mento. Alice si rilassò e gli sorrise a sua volta.
Sono semi-nuda e sto sorridendo come un'idiota a questo bel guerriero! Devo essere impazzita! Come minimo mi violenterà, tremò rendendosi conto d'indossare solo la leggera sottoveste. Schizzò verso il cespuglio dove aveva nascosto il cesto delle erbe e il vestito. Indossò in fretta la lunga tunica, poi scappò nel sottobosco. Purtroppo il milite più anziano, che era rimasto in sella al suo cavallo, la inseguì e la riportò dal salvato. Alice notò l'aria all'improvviso seria di quest'ultimo e rabbrividì di paura, quasi svenendo. Non dovevo fuggire, ora mi sottoporrà a interrogatorio, fremette di terrore.
«Chi siete?» la interrogò guardingo l'uomo
«Sono solo una donna» balbettò lei. «Stavo raccogliendo erbe nel bosco per l’abbazia delle monache di Arbizzano quando vi ho sentito cadere in acqua.»
Da “AMETHYST” di Silvia Castellano
Ballammo, senza musica, senza nulla più del silenzio e del ticchettio dei miei tacchi sul selciato.
Abbandonai il viso sul suo petto e sospirai. «Sembra una favola, Josh.»
Lui rise. «Non è una favola, è la realtà.»
«Per questo è ancora più bello.» Sorrisi, poi lo baciai dolcemente, desiderando che quel momento continuasse in eterno. «Ti amo davvero tanto, Josh.»
Josh rispose al bacio con passione, come se cercasse qualcosa, più giù, in modo più profondo, come mai mi aveva baciata prima.
Sembrava un sogno, altro che favola.
Lui passò le sue mani tra i miei capelli, piano, come se avesse paura di farmi del male. Mi baciò il collo mentre mi tirava verso la macchina. Si appoggiò alla vettura bagnata, baciandomi ancora e ancora.
“SAL SISTERS” di Giusy Moscato
Al punto d’incontro, trovò Fox intento a ripassare le mappe della cittadina. Era a viso scoperto e dalle rughe sulla sua fronte si poteva facilmente scorgere tutta la preoccupazione che fino ad allora aveva celato.
«Sei proprio sicuro di volerlo fare?» gli chiese a bruciapelo.
Il giovane si voltò nella sua direzione. Terra e acqua si fusero nel loro profondo scambio di sguardi. «Non posso più rimandare,» le confessò.
La donna si tolse la maschera e gli si avvicinò. «Allora baciami. Baciami come non hai mai fatto prima. Perché, qualsiasi cosa succeda, il sapore delle tue labbra rimanga sulle mie.»
Lui non esitò un solo istante e, afferrandola per i fianchi, la tirò a sé. Per tutta risposta, lei gli si aggrappò, quasi fosse la sua unica ancora di salvezza in quel burrascoso mare pieno d’insidie. Brividi elettrici percorrevano la loro pelle, risvegliando i loro sensi tramite quell’intensa scarica di adrenalina. Fu un’overdose di passione, contaminata dal retrogusto amaro dell’addio.
Da “FLAMEFROST Insieme controcorrente” di Virginia Rainbow
(…) A un tratto, inaspettatamente, lui si mosse verso di lei.
- Concedimi solo un momento… - mormorò, in maniera talmente struggente che era impossibile negargli ciò che chiedeva.
La sfiorò con una mano su un fianco in un tocco lievissimo, per poi scivolare dietro di lei, intrecciando le braccia sulla sua vita e immerse la testa tra i suoi riccioli biondi.
Un brivido di emozione attraversò Sarah da capo a piedi, mentre il respiro le si bloccava in gola.
La sua stretta era tenera e avvolgente, l’accoglieva con delicatezza senza volerla imprigionare.
Sarah percepiva il suo respiro accarezzarle il collo e il suo petto che, a contatto con la sua schiena, si sollevava e si abbassava piano.
Quando le sue labbra si posarono dolcemente sulla pelle liscia del suo collo, facendola sussultare, avrebbe voluto gridare e piangere. Non fu capace di respingerlo.
Poi la sua voce le arrivò all’orecchio in un sussurro lieve e assorto, come il mormorio calmo del mare in un mattino d’estate.
- Sono sincero con te, Sarah. Ti amo come non ho mai amato nessuna. Puoi fare di me ciò che vuoi: lasciarmi, rifiutarmi, farmi soffrire. Ti asseconderò, come un amante assetato si piega ai capricci della sua padrona. Ma non smetterò mai di amarti.
Di colpo si staccò da lei, ansimando.
Lei sentì uno strappo lacerarle l’anima e si voltò per scorgere il bagliore azzurro dei suoi occhi che le sorridevano appena, mentre si allontanava da lei sulla strada assolata.
- Addio, Sarah.
Da “ECHI DALLE TERRE SOMMERSE” Di Federica Leva
Estratto delle Cronache, che risalgono a 12.000 anni prima degli eventi narrati nel romanzo:
"Nei giorni che vennero, tornò ancora e una volta che era sola gli sussurrò, fra i veli: «I tuoi figli stanno bene, o re. Sono forti e ti somigliano.»
Lui finse di lavarsi le mani a una fontana e bisbigliò, con labbra così chiuse da sembrare immote: «Che tu sia benedetta, mia amabile signora. Agli Dèi piacendo, ne vorrei uno con i tuoi occhi e il tuo cuore…»
Lei finse di contemplare la cupola dorata nella navata centrale del tempio e il suo sguardo si colmò di commozione. «Giura che è vero, perché non desidero altro, da quando ti ho visto nell’arena…»
«Il tuo nome!» la supplicò lui. «Se mi vuoi, farò di tutto per portarti via con me!»
Ma Gatama si stava avvicinando, facendo schioccare la frusta sulle schiene degli schiavi, e lei s’allontanò. Nel passargli accanto, gli sfiorò un braccio con la mano, e Kasara si sentì infiammare da un desiderio incontenibile e soffrì, soffrì fin nella carne, nell’impedirsi di prenderla fra le braccia e di farla sua."
Da “IL CIELO OSCURO DI ROMA” di Ilaria Tomasini
Ad Aylward Dewayne non interessava pensare al futuro, il passato era già più che sufficiente e ormai non credeva più che le cose potessero migliorare. Per quello che ne sapeva, poteva anche essere morto molti anni prima e trovarsi all'inferno e l'unica cosa che poteva fare era tirare avanti giorno dopo giorno, facendo il suo dovere e pensando il meno possibile.
Si sentiva morto, e l'unico motivo per desiderare di non esserlo era la speranza che prima o poi la morte vera gli avrebbe potuto dare la pace, cancellare la sua paura e il suo dolore per sempre.
Da “IN VOLO CON TE” di Jessica Maccario
La mia mente ha smesso di ascoltare appena la sua mano si è posata sulla mia spalla. Deglutisco cercando di staccarmi, ma lui m’indirizza un sorriso allegro e mi stringe più forte a sé.
Poso la testa sulla sua spalla come se non avessi mai smesso di farlo in questi ultimi anni. Il mio cuore batte velocemente e rivivo i primi anni, le emozioni che provavo quando uscivo con lui, quando ancora Tommaso nascondeva i suoi desideri e cercava di emozionarsi toccando me. Quando mi riservava ancora questi gesti carichi di amore e mi faceva sentire una principessa. Ma il ricordo fa male, troppo male.
Da “THE VAMPIRE COMMUNITY” di Simona Busto
Lei sentì di nuovo quella fitta al collo, mentre i denti aguzzi bucavano la carne e l’arteria pulsante. Poi ricominciò l’estasi. Questa volta sembrava più veloce, come se Konstantin la stesse prosciugando in fretta. “Finirà tutto prestissimo,” ebbe la forza di pensare, mentre socchiudeva gli occhi per il piacere, aggrappata a lui con entrambe le mani. E poi: “Vivere fino alla fine dei tempi. Per sempre giovane ed eternamente bella”
Da “L’INTOCCABILE” di Federica Leone
Adam aveva risvegliato il mio lato oscuro.
Non sapevo che cosa fosse peggio per me in questo momento… se struggermi per il fatto di non poter più veder Adam o per il destino infausto che mi stava attendendo a braccia aperte; uno era strettamente correlato all’altro e, dunque, per far sì che l’inferno in me non si scatenasse in maniera da travolgere l’intera umanità, dovevo rinunciare a lui… dovevo rinunciare alla persona che mi faceva battere furiosamente e come mai mi era capitato il cuore nel petto.
Mi parve troppo… rinunciare alla propria felicità per salvare il mondo, beh, mi sembrava un compito alquanto gravoso per una ragazza della mia età. Sapevo qual era la scelta giusta da fare ma, sinceramente, dentro il mio cuore, non riuscivo completamente ad arrendermi di fronte al fatto di dovergli dire forzatamente addio.
Avevo una voglia matta di vederlo. E già questo era assolutamente un segno negativo, ma era come un richiamo inconscio: era come se il mio corpo avesse bisogno di lui… aveva bisogno di vedere e toccare Adam… era un po’ come l’aria… mi trovavo in apnea e avevo bisogno della mia boccata d’aria fresca.