[I° Tappa BlogTour] Absence. Il gioco dei quattro (Absence#1) di Chiara Panzuti


Buongiorno #FeniLettori e Benvenuti alla I° Tappa del BlogTour "Absence” di Chiara Panzuti. Un libro che vi lascerà con il fiato sospeso, un' incognita da svelare, volti da individuare, avventure da scoprire. Pagine voraci che si leggono affamati di autenticità, in questo egoismo dell'animo che ci sta avvolgendo e offuscando. Una trilogia che vi lascerà con la voglia di scoprire la verità...
Pagine: 350 Prezzo: € 15,00
Editore: Fazi
Uscita: 1 Giugno 2017
Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l’ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre? La sua vita si trasforma in un incubo quando, all’improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c’è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento. Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l’unico indizio che conta è nascosto all’interno di un biglietto: 0°13’07’’S 78° 30’35’’W, le coordinate per tornare a vedere. Insieme a Jared, Scott e Christabel – come lei scomparsi dal mondo – la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada. Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo.

Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la compongono. Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci? Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra identità?
Chiara Panzuti nasce nel 1988 a Milano, città in cui attualmente vive. Diplomata in studi classici, ha frequentato un corso di Illustrazione e Animazione Multimediale presso l’Istituto Europeo di Design. Coltiva la passione per la scrittura da quando è piccola. Il gioco dei quattro è il primo volume della trilogia di Absence. Di prossima pubblicazione anche gli altri due titoli, L’altro volto del cielo e La memoria che resta.

Amavo Plaza Grande. Era il quadrato perfetto da cui ammirare la distrazione del mondo. Un ricettacolo di suoni, odori, persone, schiamazzi. Ogni secondo, al massimo ogni due, succedeva qualcosa di diverso. Un bambino correva, un passante rideva, un turista scattava una fotografia. Senza interruzione. Uno, due, uno, due, uno, due. Se mi concentravo, il brusio diventava costante, continuo, talmente amalgamato da sembrare un suono unico, con rarissime variazioni.
Osservavo ogni cosa sempre dalla stessa angolazione: da sopra la statua dedicata ai caduti durante la guerra d’Indipendenza. Era un monumento strutturato in altezza, con una figura alata sulla cima. La base, composta da una serie di piccoli scalini, era zona delimitata, e non ci si poteva salire. Ma io ero invisibile, così nessuna guardia o turista petulante poteva mettersi a dissentire.
Da lassù, la visuale era perfetta. Potevo scegliere di stare in groppa alla statua del leone, oppure arrampicarmi fino all’uccello dalle ali spalancate. Sempre più su, oltre la targhetta commemorativa, come un funambolo che nessuno può applaudire. Le persone mi scattavano foto senza saperlo.
Salivo in alto, verso le montagne, verso il cielo, e poi osservavo. Quel mondo lurido era un susseguirsi di fotogrammi, sembrava la pellicola di un film. Nessun cambiamento, nessuna novità, solo ripetitività, noia, alienazione. La gente odiava i momenti morti. Li sostituiva con gesti abitudinari: cellulari, musica, tic nervosi, telefonate.
Per il contorno non c’era più spazio, solo un ego smisurato che ricercava sempre la stessa cosa: distrazione. La mia condizione era colpa loro.
Il calendario con il riepilogo delle varie Tappe qui.
E con questo concludiamo, spero che la nostra tappa vi sia piaciuta, continuate a seguire le altre tappe! Alla prossima!

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