La scrittura dell’Albero della vita ha richiesto anni, durante i quali la trama ha subito molteplici revisioni, spesso anche piuttosto profonde. Ciò che non è mai cambiato, nel corso del tempo, è il rapporto contrastato tra Dio e Lucifiel.
Sapevo fin dall’inizio che questa sarebbe stata, prima di tutto, la loro storia.
L’idea iniziale mi è venuta studiando il “Paradiso Perduto” di Milton a letteratura inglese.
Frequentavo un liceo scientifico, pur detestando la matematica, e adoravo tutto ciò che fosse lingua straniera e letteratura. Durante le lezioni non facevo che scrivere racconti, ma non avevo ancora pensato di scrivere un vero e proprio romanzo, finché, un giorno, il professore di inglese ci chiese di comporre una breve storia dal punto di vista del Lucifero di Milton.
La scrissi lo stesso pomeriggio in meno di un’ora. Non credo di essermi mai divertita a fare i compiti come in quell’occasione. Presi anche un bel voto, ma la vera soddisfazione fu pensarlo, immaginarlo e metterlo su carta. L’immagine di Lucifero, che poi sarebbe diventato il mio Lucifiel, era piuttosto differente da quella pensata da Milton, ma scoprii che mi sarebbe piaciuto raccontare la mia versione dei fatti ed esplorare più a fondo le ragioni di un personaggio spesso relegato alla semplice figura del cattivo, del tentatore e del traditore.
L’Astro del Mattino è il primo angelo, il più amato tra tutti, ma si è ribellato a causa degli umani ed è stato esiliato agli Inferi.
Decisi di scrivere la sua storia, ma per farlo avevo bisogno di informazioni, documentarmi sulle gerarchie angeliche, sui nomi, sui simboli biblici.
Capirci qualcosa era molto più difficile di quanto sembrasse all’inizio e, ancora adesso, sono lontana dalla preparazione che vorrei sull’argomento.
Un’altra cosa che scelsi subito era l’episodio della Genesi. Sapevo che la storia sarebbe partita da lì. In fondo è questo il vero motivo della ribellione: Lucifero si arrabbia con Dio perché non sopporta l’idea di doversi inchinare all’uomo. Lo considera inferiore e vuole che sia distrutto, ma allo stesso tempo continua ad amare il Signore, perché non può farne a meno, è nella sua natura, è stato creato per questo. A suo modo Lucifiel è sempre fedele a Dio, a suo modo lo protegge da quello che avverte come un pericolo ed è ferito dall’idea di non essere compreso, di essere punito per la sua dedizione.